La Marina Militare e i ‘dottori clown’ regalano un sorriso ai bambini dell’associazione ‘Ridolina’

Un momento importante non solo per i bambini ma anche per i genitori che incontrando la malattia sono costretti a mettere da parte molti loro progetti

Questa oggi è la missione della nave scuola Amerigo Vespucci e del suo equipaggio. Donare un sorriso ai bambini dell’Associazione “Ridolina” regalando loro momenti di gioco e svago e soprattutto facendogli vivere una intensa ed unica giornata a bordo del veliero “più bello del mondo” che oggi con loro a bordo è divenuto ancora più bello!

L’idea nasce dall’intuizione della stessa associazione, la cui esperienza ventennale è maturata nel reparto di oncoematologia pediatrica dell’ospedale Santa Chiara di Pisa.

Grazie alla collaborazione tra Comune di Livorno e Accademia Navale si è così potuto realizzare questo sogno, che ci si augura possa diventare un appuntamento fisso, inserito nel programma terapeutico.

Saranno tanti i giovani pazienti provenienti un po’ da tutta la Toscana e anche da altre regioni, ciascuno accompagnato da un familiare, che avranno il piacere di imbarcarsi per una uscita in mare al largo delle coste livornesi che li impegnerà per diverse ore. Momenti di una bellezza unica ed indimenticabile, scanditi solo dalle onde e dal vento.

Tantissime le sorprese inserite nel programma, tra le quali la bandiera con lo stemma “Ridolina” issata sull’albero di maestra. Ma anche strumenti musicali che hanno accompagnato i bambini nel corso dell’intera giornata.

L’esperienza a bordo del veliero ha fatto trascorrere momenti di leggera spensieratezza a bambini e ragazzi, i quali, assieme ai loro genitori, con una grande resilienza e forza d’animo hanno potuto sospendere tutte quelle difficoltà attraversate in questo delicato momento della loro vita. “Collaborare con la Marina Militare – spiega Antonietta Oristano, in arte ‘Dottoressa Doda’ – è sempre stato il nostro sogno, un momento importante non solo per i bambini ma anche per i genitori che incontrando la malattia sono costretti a mettere da parte molti loro progetti. Come una barca in bufera occorre un buon equipaggio che possa aiutarla a venirne fuori”.