Porti e terminal crociere cambiano

La struttura, le strategie e i piani operativi dei porti – crociera è cambiata in molti aspetti, soprattutto in questi ultimi venti anni. Il rinnovamento urbanistico e gli stessi piani per la costruzione delle infrastrutture sono stati accompagnati da un’ondata di riforma nella governance dei porti per navi da crociera.

La gestione degli scali per crocieristi è oggi improntata su strategie complesse che necessariamente coinvolge operatori portuali e fornitori di servizi sia a navi dedicate e sia ai passeggeri interessati. Una nuova visione nella gestione deve tener conto delle grandi dimensioni delle navi moderne (sempre più grandi) e delle esigenze del moderno prodotto da crociera. Lo stesso concetto di terminal-crociere sta subendo innovazioni al fine di soddisfare i passeggeri nei servizi offerti che continuano a espandersi; molti terminal di porti italiani vanno riorganizzati.

Oggi, un porto per navi da crociera, per essere scelto lungo i vari itinerari, oltre alle solite variabili (banchine attrezzate, fondali adeguati e servizi alla nave), dovrà offrire un terminal moderno adatto a soddisfare nuove esigenze di mercato. Da fonti CLIA, il numero di passeggeri che godranno di una crociera in questo 2019 nella regione del Mediterraneo è in continuo aumento; e sempre più sono i privati  impegnati nella gestione di terminal dei porti da crociera.

Nell’ultimo decennio si è passati da 11,8 milioni di persone che hanno scelto una crociera a 200 milioni di movimenti passeggeri nei porti di tutto il mondo. Tale aumento è giustificato da navi innovative e ricche di funzionalità, con una varietà di servizi offerti a bordo; pianificazione di nuovi scali lungo un itinerario e partenze con facilità d’imbarco in città convenienti e servite da una mobilità efficiente (strade, ferrovie e aeroporti).

Una organizzazione adeguata di operazioni terrestri nel soddisfare i desiderata dei  passeggeri di varie destinazioni nell’ospitalità, capace di garantire servizi sempre più ottimizzati. Per questa tipologia di traffico, la governance di un porto dovrà introdurre l’approccio concettuale mirato per obiettivi, tenendo conto delle quattro variabili; tipologia del porto, ubicazione geografica del porto, struttura portuale e strategia portuale.

Guardando ai nostri porti del Mediterraneo meridionale diventa importante pianificare nuovi terminal-crociere che non siano solo sale d’aspetto in attesa d’imbarco e/o sbarco; ma veri poli di attrazione e fruizione culturale che sappiano coniugare l’interfaccia città-porto e che facciano vivere una esperienza unica: una città non omologata alle altre, non globalizzata, ma una città da vivere.

Abele Carruezzo