L’UE per ripulire i mari dai rifiuti

Bruxelles. L’Europa ricorderà quest’anno 2019 come quello dedicato alla tutela dell’ambiente in generale e alla salvaguardia di quello marino in particolare. La campagna di azioni strategiche, realizzata dall’Ue con le comunità locali di ottanta Paesi membri, ha come obiettivo di ripulire le spiagge dai rifiuti marini: #EUBeachCleanUp è il motto della campagna lanciata a fine agosto e durerà fino a ottobre. Quest’anno, grazie alle innovative partnership con le Nazioni Unite e gli Smurfs Blu (Puffi Blu), la campagna di sensibilizzazione sta ottenendo risultati soddisfacenti perché è legata ad azioni concrete.

L’Unione europea da anni è impegnata con delle politiche ambiziose per combattere l’inquinamento marino nel mondo. Insieme alle Nazioni Unite, si vuole che gli oceani siano più puliti e più sani. Eventi che si stanno svolgendo in queste settimane, fino a ottobre, hanno accumulato tonnellate di rifiuti dai mari e dalle coste e consegnate alle comunità locali per la gestione; molti di questi eventi sono organizzati dalle ambasciate dell’Ue e dagli Uffici delle Nazioni Unite in tutto il mondo, in collaborazione con comunità locali, scuole, ONG e società private.

La collaborazione con i Puffi Blu è stata eccezionale per grandi e piccini ed importante per costruire un’ondata globale di attivismo oceanico. Quando si raccolgono i rifiuti dalla spiaggia, le persone, piccini e grandi, riconosceranno oggetti monouso: bastoncini di cotone, sacchetti di plastica o posate. La Rappresentanza in Italia della Commissione europea ha fatto la propria parte con l’evento Ostiense “Ostia acchiappa la plastica” e lungo le rive del Tevere a Roma.

Ogni anno, otto milioni di tonnellate di rifiuti di plastica vengono scaricate in mare e le pulizie della spiaggia non saranno sufficienti da sole per affrontare questa enorme sfida. La prevenzione è la chiave! Per questo, l’Ue ha adottato una strategia europea per la plastica nell’economia circolare insieme a misure legislative per ridurre la produzione e il consumo dei dieci articoli in plastica monouso più comunemente presenti nei rifiuti marini.

Abele Carruezzo