Rotterdam hub per bunker di Gnl

Rotterdam. I dati sui bunker di Gnl, bio e a basso contenuto di zolfo, evidenziano un netto aumento. L’Authority del Porto di Rotterdam conferma l’aumento della domanda di bunker di Gnl in tutto l’anno 2019 e le vendite complessive intorno ai 9 milioni di metri cubi; mentre, nell’ultimo trimestre del 2019, le vendite di olio combustibile, a basso contenuto di zolfo dello 0,5% (VLSFO), sono aumentate, con la maggior parte di bunker venduti sono stati destinati al trasporto marittimo intercontinentale.

Il Very Low Sulphur Fuel (olio combustibile a bassissimo contenuto di zolfo con un massimo di 0,5% di zolfo) è diventato estremamente popolare a Rotterdam al punto da classificare il porto come hub per bunker più grande d’Europa.

Dal primo gennaio 2020, il contenuto di zolfo consentito a livello globale nel carburante per uso marittimo è stato ridotto dal 3,5% allo 0,5%. Nei Paesi Bassi e negli altri paesi lungo il Mar del Nord, il contenuto massimo di zolfo è persino inferiore (0.1%) dal 2015. Da rilevare che per tutto il 2019, il 2% delle vendite di olio combustibile con lo 0.5% di distillati (MGO = Marine Gas Oil, gasolio e MDO = Marine Diesel Oil) riguarda bunker di biocarburanti.

Tutto questo dimostra che l’armamento globale pone particolare impegno nel rispettare le norme IMO 2020, sulla sostenibilità ambientale e sugli accordi green. Già da qualche tempo, i porti dell’Europa settentrionale, si erano attrezzati per affrontare questi cambiamenti con stazioni di rifornimento di Gnl sia per la navigazione intercontinentale e sia per quella interna.

E’ impegno dell’Authority, durante la transizione energetica, mirare ad allineare il porto di Rotterdam con gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima. Le parole “chiave” che declinano questa transizione industriale verso il porto a “zero carbon” sono efficienza e infrastrutture per giungere ad un nuovo sistema energetico con nuove materie prime, e nuovi carburanti per uso marino.

L’area portuale di Rotterdam si presta bene ad attrarre nuove forme industriali per realizzare l’economia circolare; il porto di Rotterdam non è solo un hub importante per i flussi internazionali di merci; è anche uno dei principali centri mondiali di raffinazione e produzione chimica. In Italia, i sistemi portuali aspettano la mediazione politica per rendere flessibile una burocrazia che sta imprigionando i porti in una “palude”, con un’Europa che impone solo tasse.

Abele Carruezzo