Regno Unito pianifica i Freeport

Londra. Il governo del Regno Unito ha riconfermato – in questi giorni – l’impegno per realizzare porti franchi in tutta la regione marittima dell’Inghilterra al fine di aumentare il commercio e gli investimenti, promuovere l’innovazione e creare posti di lavoro. Linee guida (sul processo di realizzazione) e chiarimenti amministrativi sono stati diramati da parte del governo su come funzioneranno i porti franchi nel Regno Unito.  I porti franchi-giurisprudenza vuole-operano come zone doganali sicure, solitamente situate nei porti, dove è possibile svolgere attività commerciali all’interno del confine terrestre di un paese, ma dove si applicano regole doganali diverse.

Altri porti franchi in tutto il mondo offrono una combinazione di flessibilità doganali; esenzioni da dazi, tasse d’importazione e oneri amministrativi; misure fiscali per incentivare gli investimenti privati; flessibilità normativa e investimenti in infrastrutture. Il Regno Unito sta optando per un modello di “porto franco” su misura, progettato per creare hub nazionali per il commercio e gli investimenti, promuovere la rigenerazione e la creazione di posti di lavoro e incoraggiare l’innovazione.

Per raggiungere questi obiettivi, il governo propone cinque serie di misure: dogane, sgravi fiscali, pianificazione, finanziamento della rigenerazione e innovazione. Il modello di porto franco del Regno Unito richiederà un sito doganale principale designato in o vicino a un porto (porto marittimo, aeroporto o porto ferroviario) all’interno del quale si applicheranno i vantaggi doganali. È inoltre possibile realizzare altre sub-zone di porto franco per consentire a più siti di beneficiare del modello doganale di porto franco. Il freeport includerà anche un sito delimitato all’interno del quale si applicheranno gli sgravi fiscali per il porto franco, operando in modo simile alle zone aziendali esistenti. Intanto, mentre il Regno Unito entra in una nuova era commerciale post-Brexit, le aziende con catene di approvvigionamento internazionali dovranno ripensare la loro pianificazione logistica.

A seconda dei vantaggi doganali e fiscali offerti, i porti franchi potrebbero essere un’opzione molto interessante per alcuni, aiutando le imprese a realizzare nuove opportunità di commercio internazionale a lungo termine. Lo scopo delle agevolazioni sarà di favorire gli investimenti delle imprese in beni capitali e occupazione. Tuttavia, criteri di ammissibilità chiari saranno applicati per prevenire l’evasione e l’elusione fiscali. Si potranno generare impatti positivi per le economie locali nelle aree in cui saranno localizzati i porti franchi. Chiaramente, l’introduzione di questa politica avrà implicazioni significative per il settore marittimo, in particolare per quanto riguarda la concorrenza tra porti franchi e porti non franchi, quindi le compagnie di navigazione dovranno tenere d’occhio gli sviluppi di tali strumenti tecnico-legislativi per il futuro.

Molto dipenderà dalla disponibilità degli offerenti a farsi avanti e dal pacchetto finale d’incentivi offerti, ma il governo inglese ha stabilito un calendario ambizioso e sembra determinato a far funzionare questo. Il governo sta incoraggiando le coalizioni del porto franco – composte da imprese internazionali e locali, istituzioni accademiche, porti e autorità locali – a lavorare insieme su come la loro regione possa raggiungere al meglio gli obiettivi del porto franco. Una politica finalizzata e un processo di offerta, compreso un chiaro prospetto di cosa offriranno i freeport e come le parti interessate potrebbero candidarsi, saranno lanciati prima della fine dell’anno, con i primi freeport che dovrebbero essere aperti entro la fine del 2021.

Abele Carruezzo