Il Presidente della Federazione del Mare interviene alla Prima Cabina di regia interministeriale sul mare

Roma-in video conferenza, si è tenuta la prima riunione interministeriale della Cabina di regia sul mare, presieduta da Manlio Di Stefano, Sottosegretario al MAECI. Nel suo intervento di apertura dei lavori, Mario Mattioli, presidente della Federazione del Mare, ha innanzitutto voluto manifestare “la partecipazione, mia personale e di tutte le organizzazioni federate alla bellissima notizia della liberazione dei pescatori di Mazara del Vallo, sequestrati in Libia, esprimendo apprezzamento al Ministero degli esteri per la conclusione positiva di questa vicenda, sulla quale evidentemente pesavano criticità non facili”.

“Questa notizia, – ha proseguito il presidente Mattioli – è la migliore premessa che avrei potuto immaginare per il mio intervento odierno. Infatti, la pesca e le sue problematiche rientrano tra tutte le attività legate al mare che la Federazione rappresenta e che vanno ben oltre gli aspetti più strettamente legati alla loro dimensione logistica e tocca direttamente l’intero apparato produttivo nazionale, agricolo e industriale, tanto che al cluster marittimo vengono attribuiti beni e servizi per un valore di oltre 34 miliardi di Euro, pari al 2% del PIL complessivo e al 3,5% della sua componente non statale, con acquisti di beni e servizi nel resto dell’economia italiana che sfiora annualmente i due terzi di tale valore, fornendo occupazione a 530 mila persone. “Sono notevoli -ha aggiunto Mattioli – le ripercussioni della crisi sanitaria ed economica sul settore marittimo portuale e logistico italiano fortemente integrate nel commercio internazionale: i confini sono stati chiusi, la domanda mondiale è diminuita, la produzione è stata ridotta o addirittura fermata. Per non menzionare l’impossibilità di effettuare i cambi di equipaggio, che sta creando una situazione molto difficile per tutti i marittimi delle unità sia mercantili che da pesca. In proposito – ha aggiunto – è di grande rilevanza la risoluzione dell’ONU che ha dichiarato i marittimi lavoratori chiave”.

“Nel contesto internazionale, tutte le componenti del cluster marittimo, mettono in rete l’economia dell’Italia. “Il nostro sistema marittimo è vincente ed è per questo che occorre assicurargli una sede politico-amministrativa adeguata con poteri di coordinamento, in modo che una catena di comando ben integrata porti ad una maggior efficacia nell’adozione e nell’attuazione delle decisioni in campo marittimo (tra queste in primis una semplificazione burocratica) e sia in grado di farlo in tempi conformi agli standard europei e internazionali caratteristici di questo mondo. Apprezziamo quanto il MAECI sta facendo attraverso l’importante focal point marittimo grazie al quale molte problematiche con l’estero possono essere risolte. Così come non dimentico i rapporti con i Ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Ambiente, con i quali il settore è in quotidiano contatto”.

“Il nostro Paese si trova in una posizione privilegiata, vera piattaforma al centro di un mare come il Mediterraneo ove passa circa il 20% dell’intero traffico marittimo mondiale, credo – ha aggiunto il Presidente della Federazione del Mare – nonostante ciò, il gap logistico-infrastrutturale dell’Italia viene valutato in circa 70 miliardi di Euro: cifra allarmante per un Paese importatore, trasformatore ed esportatore, che fonda la sua competitività nel contesto globale sulla capacità ed efficienza del sistema logistico. Per questo è fondamentale per gli interessi economici e di proiezione internazionale del nostro Paese, sostenere politiche volte a promuovere blue economy e attività legate al settore marittimo, alla navigazione, alla pesca, alle tecnologie blu, al turismo costiero e alle energie rinnovabili. Le risorse del Recovery Fund potranno rappresentare importanti opportunità per tutta la nostra economia marittima”.

“In questo contesto, la proposta di legge che mira alla creazione di una zona economica esclusiva, è una buona notizia! La ZEE infatti permetterà al nostro Paese di esercitare, nel rispetto del diritto alla libertà di navigazione, il diritto sovrano di sfruttamento esclusivo delle risorse naturali e l’installazione di strutture artificiali per la tutela ambientale e la ricerca scientifica e sarà anche un importante strumento per sostenere la blue economy e tutto l’indotto economico delle comunità costiere”.