Il vento contrario prodiero soffia sulle “Le Vele” del porto di Brindisi

Brindisi-Le sentenze dei giudici vanno sempre rispettate. Nel caso del terminal passeggeri “le Vele”, previsto e mai realizzato, nell’area di Costa Morena del porto di Brindisi, però, non sappiamo quali sentenze rispondono a giustizia fatta! Per il Tribunale di Brindisi la prima sentenza è di assoluzione; la seconda è passata in giudicato, mentre per quella del Consiglio di Stato (organo di giustizia amministrativa) il terminal in oggetto non appartiene alla fattispecie del reato di lottizzazione. Così non è per la Procura di Brindisi. Per il porto di Brindisi si apre una nuova richiesta di ulteriore indagine da parte del Pm per presunto abuso edilizio che vede interessati il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Adriatico Meridionale, prof. Ugo Patroni Griffi (all’epoca dei fatti non era insediato in questa carica), e ad altri cinque indagati.

Tra questi l’ex Commissario dell’Autorità portuale dell’epoca, Cap. Vasc. Mario Valente, già Comandante della Capitaneria di Porto di Brindisi, il Dirigente dell’A.P., Francesco Di Leverano, il Direttore dei lavori, Cristian Casilli, e gli imprenditori Devis Rizzo e Francesco Caroli. I reati contestati sono vari e diversi: esecuzione d’interventi di trasformazione urbanistica e edilizia senza conformità, senza autorizzazione e lottizzazione abusiva. Primo fra i reati è che il terminal “Le Vele” è stato pensato, progettato e non ancora realizzato, in un’area “non consona” al traffico passeggeri in quanto il PRG la indica come “industriale/commerciale”.

Come dire che l’autista di un tir, quando lascia il suo mezzo nel garage di una nave ro-ro, com’è definito in polizza da carico: passeggero o autista passeggero?

Per le Regole di York Anversa e per tutte le Convenzioni internazionali – SOLAS – sempre di passeggero si tratta, anche di fronte ad un eventuale sinistro marittimo e/o avaria. Per la Procura di Brindisi, il Consiglio di Stato non poteva sostenere il PRP del Porto di Brindisi come parametro giuridico trascurando la pianificazione urbanistica del Comune di Brindisi, il Piano Regolatore dell’Area di Sviluppo Industriale di Brindisi e le relative Norme Tecniche.

Non sono serviti alla causa neanche il parere di numerose Commissioni tecniche e i provvedimenti del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, oltre ad alcune ultime sentenze sulla consolidata funzione dei PRP. Il Pm per questo ha nominato il Ctu, per una consulenza tecnica d’ufficio. Si spera, avendo fiducia nella Magistratura, che tutto si chiarisca e che il vento di prora possa soffiare dai quadranti poppieri.

Salvatore Carruezzo