Filiera turistica in Puglia: scenari economici possibili

Bari. “Scenario e prospettive di ripresa della filiera turistica in Puglia”. E’ questo il titolo dell’analisi presentata da Intesa Sanpaolo e Srm, Centro Studi collegato al Gruppo bancario, nel corso di un webinar che ha coinvolto i principali operatori regionali del settore. Dopo l’intervento introduttivo di Giuseppe Nargi, Direttore Regionale Campania, Basilicata, Calabria e Puglia di Intesa Sanpaolo, il dibattito ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Massimo Deandreis, Direttore Generale di Srm.

Le previsioni illustrate nel corso dei lavori evidenziano una rilevante contrazione della domanda turistica in Puglia nello scorso anno con un -43,2%. In questo contesto emerge un calo più contenuto delle presenze turistiche italiane (-34,2%) rispetto a quelle straniere (circa -70%). Si stima che la crisi abbia tagliato il 43,2% del valore della spesa turistica registrata nel 2019 e il 47% del fatturato delle imprese del settore “core” della filiera turistica, con un impatto negativo sul Pil regionale pari a -0,66% (Italia -1,48%).


In un contesto macro-economico che si prevede in miglioramento, il turismo affronterà una sfida rilevante.
Dai tre scenari elaborati da Srm, che si distinguono per la velocità della ripresa, emerge una crescita della domanda turistica in Puglia con valori tra 9,6, 11,8 e 13,4 milioni di presenze, rappresentando rispettivamente il 62,3%, il 76,3% e l’86,6% del potenziale espresso nel 2019. In particolare, si prevede una ripresa più veloce del turismo domestico rispetto a quello internazionale.


In termini di valore aggiunto, si stima che nella regione la ripresa della domanda turistica possa far recuperare tra i 59 e i 317 milioni di euro a seconda delle tre ipotesi considerate. Si ricorda che il peso della filiera turistica sul totale dell’economia regionale è del 10,6%.


Le prospettive per l’immediato futuro lasciano ben sperare in un biennio in recupero, conseguenza di una serie di fattori positivi, tra cui il graduale rientro dell’emergenza sanitaria, anche grazie alla campagna vaccinale in programma. Sia nel breve che nel medio – lungo periodo, il settore turistico pugliese dovrà adeguare la propria offerta per poter intercettare una domanda in profonda trasformazione. Tra le priorità da affrontare per le imprese del settore c’è quella di adeguare le strutture ai protocolli sanitari, con particolare attenzione alla salubrità degli ambienti.

Per riconquistare il turismo internazionale sarà necessario puntare su politiche di marketing forti e coordinate, orientate sia agli aspetti digitali che a quelli sostenibili, su una riqualificazione dell’offerta di prodotti e servizi, per valorizzare al massimo la fascia medio – alta della domanda nazionale e straniera.


I tre scenari elaborati da Srm per il settore turistico pugliese nel dettaglio:
Scenario 1 (più ottimistico). Per il 2021 si stimano 13,4 milioni di presenze turistiche, con un recupero della domanda del 2019 di quasi l’87%, più inteso del dato nazionale (76,8%) e meridionale (79%). In riferimento alla provenienza, lo sprint della domanda nazionale è rilevante, superiore a quello nazionale e meridionale (92,3% contro 90,1% Italia e 91,5% Mezzogiorno) mentre, quello relativo alla componente internazionale, si presenta meno vivace, ma comunque più consistente rispetto alle altre aree considerate (69,5% contro 63,7% Italia e 60% Mezzogiorno).

L’impatto positivo sulla spesa turistica è di +6.879 milioni di euro rispetto all’anno precedente (recupero dell’83,7% sul 2019, Italia 73,9% e Mezzogiorno 75,9%). Tale incremento favorirebbe una crescita di 2.900 milioni di euro del fatturato del settore (recupero del 76,8% rispetto al 2019, Italia 70,3% e Mezzogiorno 72,2%).


Scenario 2 (base). Per il 2021 si stimano,11,8 milioni di presenze turistiche, con un recupero della domanda sul 2019 del 76,3%, maggiore del dato nazionale (65,4%) e meridionale (67,4%). Anche in questo scenario si riscontra una maggiore vivacità nella ripresa della domanda domestica (83%) rispetto a quella estera (56%), ed il recupero dei valori del 2019 resta, in entrambi i casi, più alto rispetto a quanto si prevede per l’Italia (presenze nazionali 81,7%, presenze straniere 49,5%) e per il Mezzogiorno (80,9% e 45,7%). L’impatto positivo sulla spesa turistica è di quasi +6.000 milioni di euro rispetto all’anno precedente (recupero sul 2019: 72,4%, Italia 61,9%, Mezzogiorno 62,9%). Tale incremento favorirebbe una crescita di 2.526 milioni di euro del fatturato del settore (recupero del 66,8% rispetto al 2019, Italia 59,2%, Mezzogiorno 60%).


Scenario 3 (meno ottimistico). Per il 2021 si stimano 9,6 milioni di presenze, riconquistando oltre il 62% della domanda turistica del 2019, recupero maggiore al dato nazionale e meridionale (52,3% e 53%). La componente domestica recupera il 71,6% sul 2019 (Italia 71,7%, Mezzogiorno 69,4%), mentre quella internazionale il 34,3% (Italia 34%, Mezzogiorno 26,4%). L’impatto positivo sulla spesa turistica annuale è di 4.968 milioni di euro (recupero sul 2019: 60,4%, Italia 50,7% Mezzogiorno 50,1%) con una spinta del fatturato del settore di 2.123 milioni di euro (recupero del 56,2% rispetto al 2019, Italia 48,9%, Mezzogiorno 47,6%).