Andrea Mura: obiettivo Vendée Globe con un nuovo IMOCA 60

Mancano meno di 40 giorni al via della Route du Rhum-Destination Guadeloupe, storica regata transatlantica in solitario in partenza il 2 novembre da St-Malò, e per Andrea Mura (già vittorioso nel 2010 con l’Open 50 Vento di Sardegna nella classe “Rhum”) c’è un nuovo, grande progetto all’orizzonte: la sfida è di quelle epiche, ossia tentare l’assalto al Vendée Globe, una circumnavigazione planetaria completa in solitario senza scali e senza assistenza.

“Partecipare al Vendée Globe è il sogno di ogni velista oceanico”, spiega Mura. “Ho finalmente avuto l’opportunità di cimentarmi con questa impresa e la porterò avanti per me, per il mio popolo e per la mia terra”. La regata partirà il 12 novembre 2016 e si concluderà a febbraio 2017: denominata l’Everest dei velisti, porta allo stremo le capacità psico-fisiche e tecniche dei partecipanti.

L’imbarcazione con cui correrà Mura verrà costruita ex-novo e sarà un IMOCA 60, ove IMOCA sta per International Monohull Open Classes Association. Lunga 60 piedi (18.28 mt), è la più lunga delle imbarcazioni della categoria Yacht. Sarà la prima volta per un’imbarcazione italiana “nuova” in gara al Vendée Globe, un primato e uno stimolo per tutta il movimento velico del Bel Paese. “Stiamo costruendo la barca più veloce possibile”, spiega Mura, “abbiamo le risorse e vogliamo correre al meglio delle nostre possibilità. L’imbarcazione verrà costruita in Italia, presso il cantiere Persico, e mi permetterà di gareggiare per fare il migliore risultato possibile, nella sfida più difficile per un velista e un velaio, come me”.

Il Team di Andrea Mura, che manterrà lo zoccolo duro già visto con Vento di Sardegna, verrà integrato da alcune professionalità nuove e qualificate, espressamente dedicate alla nuova imbarcazione. “Ma il progetto”, conclude Mura, “non sarà commerciale, ma sportivo e umano, come quello attuale… nel mio gruppo non c’è spazio per arroganza e isteria, noi corriamo per i nostri valori, che sono la passione, l’identità e la tecnologia. Si tratta della sfida più difficile che abbia mai affrontato. Ed è anche il coronamento di un percorso lungo una vita”.