Il piano nazionale della logistica penalizza il cargo aereo

Il cargo aereo italiano è fortemente penalizzato sia come scali che come vettori. La Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica (Confetra) è da mesi che si trova in rotta di collisione con l’Ente Nazionale per l’Aviazione Civile (ENAC).

Si denuncia il dirottamento del commercio estero italiano verso aeroporti svizzeri, tedeschi e francesi, mentre altre regioni, come la Puglia, non pensano minimamente ad una programmazione di piani per cargo aereo.

Infatti, le infrastrutture aeroportuali dello scalo del Salento furono anche concepite per favorire la funzione “cargo”, viste le dotazioni di sicurezza definite di ottimo livello internazionale.

Confreta, pur riconoscendo le criticità del cargo aereo italiano di scali del nord-est, dichiara che non si tratta solo di infrastrutture, di frequenza di collegamenti o di rotte servite, ma le professionalità e l’affidabilità delle procedure a terra sono gli elementi che determinano uno scalo rispetto ad una altro.

Quasi, il contrario di quello che accade nel trasporto marittimo, dove infrastrutture e fondali sono importanti per un porto che si trova lungo le rotte del commercio. Tutta la filiera del trasporto aereo – spedizionieri, courier, handler, aeroporti, vettori – attende dall’ENAC istruzioni per l’applicazione delle disposizioni europee in tema di sicurezza per essere competitivi al pari di scali aeroportuali della UE.

Di fronte al 30% del commercio estero italiano per cui merci si spostano per via aerea, l’ENAC tace mortificando il mondo della logistica del settore aereo e danneggiando la competitività del “made in Italy” nel mondo. Anche in questo settore, si notano le “due Italie”, come accade in meteorologia, mentre occorrerebbe più determinazione e coraggio di “volare” alto da parte della governance di Aeroporti di Puglia, per far volare anche le merci.

Abele Carruezzo