Porto di Brindisi: si discute di logistica con Minervini

Il professore Abele Carruezzo e l'assessore Regionale Guglielmo Minervini

Si è svolto stasera il convegno “Il polo logistico di Brindisi” organizzato dall’associazione Sviluppo e lavoro del consigliere regionale Giovanni Brigante.

A discutere di logistica e dei possibili sviluppi relativi allo scalo brindisino c’erano Calogero Casilli, ex consulente del Piano nazionale della logistica, il professor Abele Carruezzo, direttore scientifico de Il Nautilus, e l’assessore regionale ai Trasporti Guglielmo Minervini.

Dal problema relativo all’esclusione del porto dai progetti Ten T fino alla volontà di dotare Brindisi di una piattaforma logistica, sono stati i temi affrontati prima del dibattito a cui hanno voluto partecipare anche rappresentanti di partiti, associazioni e enti. “E’ difficile creare condizioni che facciano crescere l’attrattività di questo porto – ha ammesso l’ingegner Casilli – ma dobbiamo provarci.

Non ci mancano le infrastrutture anche se, negli ultimi anni, abbiamo perso troppo tempo senza pianificare con lungimiranza. Serve la piattaforma logistica, proprio come a Taranto, ma serve soprattutto l’aiuto e gli investimenti dei privati come avviene ad esempio a Monfalcone. Non è pensabile che con i soli investimenti pubblici si possa colmare la differenza con gli altri porti italiani ed esteri. Senza contare che si lavora ancora con un Piano regolatore del porto che risale agli anni Settanta”.

Sulla stessa linea e con un approfondimento relativo proprio alle tendenze della politica portuale mondiale, con le relative necessità di adattarsi alle nuove esigenze del mercato, anche l’intervento del professor Carruezzo. “Abbiamo perso tante occasioni già negli anni Ottanta, quando non dovevamo preoccuparci della competizione con la Spagna – ha ricordato infatti – mentre adesso la Regione ci propone una Puglia Corsara che deve andare avanti rivendicando le aspettative marittime del territorio che, giustamente, si basano sulla geografia logistica dalla nostra parte.

A Brindisi insomma serve un concetto nuovo di porto: non siamo solo l’ultimo miglio considerando Bari come porta di uscita. Brindisi può essere anche porta d’entrata, con Bari che diventa ultimo miglio. Ma non dobbiamo dimenticare neppure che la Puglia dispone di scali importanti, oltre ai tre grandi porti, come Monopoli e Barletta. Possiamo addirittura superare il concetto di Distripark e proporci come Distri-mar”.

Il riferimento è ad un sistema logistico decentrato, che non si concentri solo sulla presenza di una grande piattaforma ma sia capace di sfruttare anche i piccoli spazi della logistica. Prendendo atto anche del bisogno di supporto di cui queste idee necessitano per concretizzarsi, l’assessore Minervini ha dato garanzie della possibilità di lavorare in sinergia.

“Tentiamo di immaginare cosa la Puglia può diventare – ha ribadito l’assessore – nella consapevolezza che viviamo un momento profondamente difficile. Credo però che il nostro territorio possieda tutte le caratteristiche necessarie a puntare sulle proprie forze per il rilancio. La nostra prima risorsa è la collocazione geopolitica. E non voglio neppure dimenticare che abbiamo un patrimonio infrastrutturale pregevole.

Siamo in ritardo e ci sono molte cose da fare ma la vera prospettiva non è solo la progettazione futura ma anche quella attuale. Possiamo sfruttare i 1.500 chilometri di ferrovia, i tre porti di Bari, Brindisi e Taranto e i cinque nodi di Taranto, Brindisi, il terminal Surbo-Tuturano, l’interporto di Bari e la piastra dell’Incoronata in cui abbiamo investito 15 milioni di euro”.

Prima di salutare, Minervini ha ricordato anche le grandi potenzialità di Brindisi e la necessità di concordare le linee di sviluppo insieme ad Autorità portuale, Comune, Camera di commercio e associazioni di categoria tutte assenti al dibattito di stasera.

Francesca Cuomo
Foto: SC-Lab

 

Calogero Casilli

 

Guglielmo Minervini e Giovanni Brigante