ECSA critica verso il Parlamento europeo

Lo shipping è sicuramente il settore industriale “globale” nella sua accezione più ampia; spesso e volentieri, si registra nella UE che la legislazione di uno Stato o di una Regione riducono la competitività dell’intero settore europeo del trasporto marittimo, trovandosi nettamente in ritardo rispetto alla rapida evoluzione che lo shipping sopporta: dal container alle navi, alle infrastrutture portuali e soprattutto alla logistica.

Ne è prova quello che stiamo assistendo su direttive e norme che servano a ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera da parte di navi. L’allarme viene dato da un comunicato esplicito di Patrick Verhoeven, segretario generale della ECSA, che si dichiara favorevole alla necessità di misure adottate e applicate a livello internazionale sono essenziali per conservare il vantaggio competitivo della UE. Non condivide però l’atteggiamento assunto dal Parlamento Europeo che va ad ampliare la portata della proposta iniziale della Commissione Ue in materia di riduzione delle emissioni in atmosfera da parte di navi.

Secondo il Parlamento europeo, il sistema di rilevazione –MRV Mechanical Vapour Recompression,- non deve solo monitorare emissioni di CO2, ma anche le emissioni di ossidi di azoto (NOx); inoltre, il Parlamento ha incluso nella proposta le navi più piccole, abbassando la soglia di 5000 GT (stazza lorda) a 400 GT. Per il segretario generale dell’ECSA si potrebbe compromettere i propri sforzi per spianare la strada ad un accordo presso l’IMO.

“Ci rendiamo conto che la posizione assunta dal Parlamento europeo, è una base di negoziato con il Consiglio dei Ministri” ha scritto Patrick Verhoeven. “Siamo comunque preoccupati per alcuni dei contenuti, vale a dire l’inserimento di altri elementi da misurare e la soglia abbassata a 400 GT potrebbe rivelarsi un ostacolo ad accordi con IMO”.  Verhoeven, poi, riferendosi alla prossima riunione congiunta del Comitato IMO sull’ambiente marino con gli Stati Membri della UE e la Commissione europea, ha detto che “ Gli Stati Membri dell’UE hanno comunque dato un segnale politico chiaro che qualsiasi soluzione per ridurre le emissioni globali di CO2 deve risultare da un accordo a livello di IMO”.

Sicuramente ha voluto sottolineare che occorre una strategia sostenibile se vogliamo ridurre le emissioni di CO2 in atmosfera e nel contempo mantenere l’efficienza energetica delle navi, salvaguardando sempre il vantaggio competitivo della UE. The European Community Shipowners’ Associations (ECSA), è stata fondata nel 1965 con il nome di  “Comité des Associations d’Armateurs des Communautés Européennes (CAACE)”, con l’intento di rappresentare le associazioni di armatori dell’Europa e della Norvegia. Oggi, l’obiettivo è di promuovere gli interessi di tutto lo shipping europeo per uno sviluppo industriale che posizioni sempre più tutta l’Europa a livelli competitivi globali.

 

Abele Carruezzo