Armatori: il 2020 per applicazione chiara delle norme IMO

Roma. Le tendenze future nel settore marittimo saranno probabilmente dominate dall’agenda sui cambiamenti climatici e guidate dalle grandi imprese. ll 2019, per lo shipping  mondiale,  è stato segnato dalla preparazione delle navi all’IMO 2020, ma soprattutto dall’incertezza.

Gli armatori hanno speso molto tempo ed energie per comprendere come l’impatto delle normative sullo zolfo potesse incidere sulle loro attività e per preparare equipaggi e navi. Ancora oggi, non tutte le regole sono chiare, e alcune domande rimangono senza risposta, come ad esempio in che modo saranno applicate queste regole; allo stesso tempo l’attuale geopolitica aumenta l’incertezza generando ansia sui mercati. Il 2020 sarà l’anno della chiarezza, di svolta e di non ritorno sia per l’industria e sia per la tecnologia nei confronti dello shipping, si spera.

Occorre un processo di elaborazione e di attuazione dei regolamenti sullo zolfo e come si possa implementare al meglio i cambiamenti climatici creando le basi per il futuro.  Non basta avere solo un’agenda ambientale e/o ambientalista che impone solo cambiamenti da condividere per il futuro. I consumatori (terminali della filiera industriale) richiedono e richiederanno sempre soluzioni più ecologiche. I politici europei, quasi tutti, hanno promesso di raggiungere l’obiettivo della decarbonizzazione in una società a “zero carbon” entro il 2050, accontentando i Millennialas e la Z Generation.

Obiettivo temporale molto fragile se pensiamo a quanta de-industrializzazione occorre progettare, impiantare e operare.  Oggi, l’intero shipping ha bisogno di soluzioni tecnologiche pratiche e sostenibili; risolvere i problemi relativi alle incrostazioni dello scafo delle navi , i rifiuti di plastica, rumore subacqueo e la riduzione dello zolfo e soprattutto considerare che l’obiettivo della riduzione delle emissioni del  50% entro il 2050 dovrà essere rapportato alla vita media utile di una nave.

In futuro, occorrerà sviluppare tecnologie e sistemi di propulsione ”zero carbon” e carburanti eco-compatibili.  “La decisione di autotassarsi per un fine nobile fa molto onore alla categoria”, ha dichiarato lo scorso dicembre Emanuele Grimaldi, vicepresidente dell’International Chamber of Shipping, per attivarsi concretamente sul tema ambientale, e di proporre all’IMO la creazione un fondo di ricerca internazionale del settore marittimo.  Il fondo sarà impiegato nella ricerca e sviluppo di sistemi di propulsione che non emettono anidride carbonica e carburanti eco-compatibili (idrogeno, ammoniaca, altri).

Il fondo, per Grimaldi, sarà finanziato dalle Compagnie di navigazione di tutto il mondo con un contributo di 2 dollari/tonnellata di carburante marino acquistato (previsione di 5 miliardi di dollari in dieci anni). Mario Mattioli, presidente di Confitarma, ha ricordato, ultimamente, che la flotta italiana è in prima fila sulla decarbonizzazione di tutte le attività industriali ed ha già fatto investimenti per tecnologie innovative e impiego di combustibili meno dannosi per l’ambiente. Come l’impiego dell’alimentazione a batteria (zero emissioni) durante le soste della nave in porto, l’utilizzo del Lng come combustibile alternativo e l’installazione di scrubber a bordo.

Abele Carruezzo