Brexit: per gli armatori europei serve più fluidità negli scambi

Bruxelles. Dal 31 gennaio 2020, giacché il Regno Unito non è più membro dell’Unione Europea, gli armatori europei chiedono al Governo inglese e all’Ue di continuare a mantenere gli stessi regolamenti/contratti nei settori del trasporto marittimo e della logistica, onde evitare delle conflittualità commerciali. La vicenda della Brexit ha portato a considerare l’importanza delle interconnessioni delle catene logistiche e di approvvigionamento tra l’Europa e il Regno Unito.

La nota associazione degli armatori della Comunità europea (ECSA), in una nota, ha rilevato l’importanza di includere il trasporto marittimo nei prossimi negoziati commerciali, onde evitare stato di conflitto nelle relazioni. L’ECSA insiste sul fatto che per il futuro l’unico orizzonte più ragionevole e più economicamente percorribile è che sia il Regno Unito e sia l’Ue continuino a sostenere i piani di trasporto integrato e della logistica concordati e sena soluzione di continuità.

Per questo l’ECSA ritiene che mantenere la fluidità del commercio Ue -Regno Unito deve essere una priorità. Infatti, le compagnie di navigazione sono parte integrante di tutte le relazioni commerciali che intercorrono fra l’Ue e l’UK; inoltre, l’accesso reciproco al mercato per fornire servizi marittimi, in settori quali le forniture offshore e le normali attività commerciali interne, richiedono relazioni stabili e strette per il futuro.

Finalità degli scambi, il costante accesso al mercato e la facile circolazione del personale e dei passeggeri, mantenendo allo stesso tempo l’attuale parità di condizioni tra l’Ue e il Regno Unito, per l’ECSA diventa priorità per l’esercizio dei trasporti marittimi tra le sponde del Canale. L’ECSA rappresenta le associazioni nazionali degli armatori dell’UE e della Norvegia. Gli armatori europei controllano il 40% della flotta commerciale globale conferendo occupazione a 2,1 milioni di europei sia a bordo di navi e sia a terra.

 

Abele Carruezzo