Quarantena della Diamond Princess è fallita

Yokohama. Il Ministro della Sanità giapponese l’ha confermato ieri che altre novantanove persone sono risultate positive all’infezione da coronavirus a bordo della nave da crociera Diamond Princess, portando il totale a 454 su 1700 persone testate. Ad oggi, 18 febbraio 2020, il totale è di 542 persone contagiate. La Diamond Princess è una nave della Compagnia di navigazione statunitense Princess Cruise, di proprietà della Carnival Corporation battente bandiera dell’United Kingdom.

Quando è iniziata la quarantena per la nave lo scorso 5 febbraio, a bordo vi erano 3711 persone; numero che è diminuito quando i malati sono stati identificati ed evacuati. Prima sono stati evacuati 328 cittadini americani e trasportati negli Stati Uniti; poi i rispettivi governi di Australia, Canada e di Hong Kong hanno rimosso i propri connazionali. L’Italia eseguirà le operazioni di rimpatrio (a detta del Ministro Di Maio) con un volo militare la prossima settimana. Al di la delle questioni medico-sanitarie, il caso di sanità marittima relativo alla nave Diamond Princess porterà delle riflessioni legislative a livello internazionale in sede IMO.

Considerazioni. Un contratto di arruolamento di un marittimo (comune e/o ufficiale) può essere risolto, fra le varie cause, per malattia o infortunio (sbarco forzato dell’arruolato) e quindi per ordine dell’Autorità. Gli italiani imbarcati a bordo della Diamond Princess, compreso il Comandante, sono tutti sani, e quindi non è il loro caso. Se lo sbarco avverrà per loro scelta, si tratterà di abbandono e quindi il contratto di arruolamento sarà sciolto e con le dovute conseguenze amministrative e/o penali per chi ha incarichi di safety a bordo. Poi, il Comandante e gli ufficiali non possono abbandonare la nave, in questo caso di quarantena, prima che l’armatore non abbia provveduto alla loro sostituzione (surrogazione per stress sanitario).

Quarantena fallita. Il 4 febbraio 2020, mentre la nave era in acque territoriali giapponesi, il Ministero della Salute giapponese ha ordinato, nel quadro delle misure di contenimento dell’epidemia di coronavirus, lo stato di quarantena per le 3.711 persone a bordo della nave, dopo che la malattia era stata diagnosticata in un ottantenne sbarcato il giorno prima ad Hong Kong. La nave è stata ormeggiata per la quarantena nel porto di Yokohama. Mettendo in quarantena la Diamond Princess, i funzionari sanitari giapponesi intendevano impedire che l’infezione da coronavirus si diffondesse ai civili giapponesi e come obiettivo secondario di impedire la trasmissione del virus da passeggero a passeggero. Questo secondo obiettivo non è stato raggiunto e qualcosa sulla nave non ha funzionato a dovere, visto che molte persone si sono infettate proprio a bordo.

Una volta riconosciuta che una persona sia stata colpita da malattia epidemica (definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), la nave è posta in isolamento; oggi la banchina d’ormeggio è decisa dalle Autorità, mentre una volta nei porti, esisteva la banchina di quarantena e l’equipaggio con i passeggeri infetti erano ospedalizzati nel vicino “lazzaretto”. Pensiamo a ospedali dedicati per 3.711  persone circa; questo ha portato a delle disposizioni non conformi, creando uno stress non definibile per Comandante ed equipaggio tutto; un grazie al Comandante italiano che con professionalità si sta prodigando per alleviare con tutti i modi i vari conflitti che si stanno verificando a bordo della nave.

IMO. Sicuramente le pratiche per mettere in quarantena navi di tipologie e dimensioni diverse non potranno essere le stesse. Non era mai successo applicare norme sanitarie a una nave con oltre 3500 persone imbarcate; come non è semplice isolare un’intera città. Questi saranno argomenti e buone pratiche da dover esplicitare in futuro in sede IMO per garantire la salute dei passeggeri e dei membri dell’equipaggio.

 

Abele Carruezzo