Confcooperative Lavoro: “Settore in ginocchio serve un piano nazionale per il sostegno e il rilancio”

Firenze– Una crisi che ha messo in ginocchio il settore dei trasporti, sia pubblico che turistico, con centinaia di posti di lavoro a rischio. “Serve un piano nazionale di rilancio, che garantisca i livelli occupazionali  ed eviti un pericoloso ritorno a modalità  non sostenibili”. E’ quanto ha affermato Giuseppe Gori, consigliere di presidenza di Confcooperative Lavoro e servizi, nel corso dell’audizione presso la Commissione Industria, Commercio e Turismo del Senato.

Le prospettive per i prossimi mesi  sono tutt’altro che incoraggianti. “La mancata riapertura di scuole e attività economiche, lo smart working e i danni di fiducia che il Covid-19 ha prodotto anche sul turismo peseranno ancora molto”, ha aggiunto Gori.

Un tema, il turismo, che colpisce duramente la Toscana: “Molti dei servizi delle nostre città, piccole e grandi, sono sempre più legati al grande afflusso di turisti, mentre è strategico che la visione sia indirizzata ai fabbisogni dei cittadini, anche avendo una prospettiva di cambiamento sempre più verso la sostenibilità ambientale ed economica”.

Secondo Gori lo stato di crisi del trasporto pubblico è palese. Siamo di fronte a un “crollo dei ricavi e a una riduzione drastica dei corrispettivi ai gestori in caso di contratti che prevedevano un collegamento fra km svolti e trasferimenti – continua  il responsabile del settore trasporto persone di Confcooperative Lavoro e servizi – Al tempo stesso i costi di funzionamento non si sono ridotti in modo proporzionale, anche per la difficoltà di molte aziende di utilizzare gli ammortizzatori sociali per i dipendenti che non svolgono più attività”. Il settore, inoltre, “ha costante bisogno di investimenti sia per l’acquisto di mezzi sempre meno impattanti dal punto di vista ecologico e di vivibilità dei centri urbani, sia per creare una rete di servizi a supporto dell’utenza che favorisca sempre più l’utilizzo del TPL rispetto al mezzo privato”.

Da qui, le richieste del mondo cooperativo. A partire dagli acconti Irpef/IRES 2020 posticipati a saldo a giugno 2021. “Non è possibile in tale emergenza – spiega ancora Gori – pagare acconti nel 2020 sulla base del reddito dichiarato nel 2019”. Poi, la necessità di  contributi INPS 2020 figurativi, come già accaduto per altre categorie: il settore, in quanto trasporto pubblico non di linea, a tariffa amministrata e con obblighi minimi di servizio (come, ad esempio, servizio h 24, 365 gg annuo, obbligo di prestazione in ambito comunale, utenza indifferenziata) ha tutti i titoli beneficiare di questa misura. E ancora, sospensione dell’inserimento dei contribuenti con codice ATECO 493210/493220/503000, soggetti ad accertamento per sforamento dei parametri ISA 2020.

Altra questione importante è quella dei mutui e dei finanziamenti. Il mondo cooperativo chiede la sospensione dei rimborso rateale e il pagamento delle rate o dei canoni di leasing in scadenza prima del 30 settembre 2020. Per quanto riguarda la CIG, si chiede l’estensione al periodo antecedente al 1° settembre per tutte le imprese del settore. Infine, si propone l’istituzione di un  fondo per indennizzo trasporto pubblico scolastico e trasporto persone settore turistico.