In calo il numero degli infortuni nei porti del Nord Sardegna

Il 2012 chiude con un altro segno meno per i tre porti del Nord Sardegna. Ma, questa volta, l’andamento negativo non può che esser letto con soddisfazione dall’Autorità Portuale. Si tratta, infatti, del numero degli infortuni che hanno interessato gli operatori portuali dei tre scali di Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres, ridotti, nei dodici mesi appena archiviati, di oltre il 40 per cento rispetto al 2011 e del 70 per cento rispetto al 2005.

Sono in tutto dodici gli incidenti registrati dall’Ufficio Lavoro Portuale della Port Authority, dieci dei quali occorsi ad Olbia (di cui uno accaduto durante il tragitto casa – lavoro o viceversa) e due a Porto Torres. Contusioni, distorsioni, stiramenti muscolari sono le casistiche principalmente riscontrate, effetti collaterali di un impiego, quello dell’operatore portuale, costantemente soggetto a particolari sforzi fisici e ad operazioni in un ambiente non scevro di rischi.

Ridotti a zero, in linea con l’ultimo biennio, gli infortuni che hanno riguardato parti delicate del corpo come la testa. Risultato, quest’ultimo, che segna una maggiore consapevolezza nell’utilizzo dei  dispositivi di protezione individuale, in particolare i caschetti rinforzati.

“E’ forse il dato con segno meno che più ci soddisfa – spiega Paolo Piro, presidente dell’Autorità Portuale del Nord Sardegna – . Nonostante la crisi, da una parte, le imprese non hanno lesinato sulle spese per la safety nei posti di lavoro; dall’altra, il comportamento consapevole dei lavoratori ha generato un non trascurabile risparmio sul costo della malattia e ha ridotto al minimo le assenze dal lavoro, salvaguardando la competitività sul mercato. A questo va aggiunto il costante controllo dell’ufficio competente della nostra Port Authority, quello del Lavoro Portuale, che ha svolto un ruolo fondamentale nella sensibilizzazione e nel controllo”.

Un impegno costante che è stato portato avanti unitamente alle Capitanerie di Porto, agli ispettori del lavoro dello Spresal della Asl n.2 e al Comitato di Igiene e Sicurezza (che ricomprende anche i rappresentanti dei lavoratori e delle imprese portuali) e che ha consentito la redazione di una banca dati sul settore.

Uno storico che parte dal 2005, quando gli incidenti nei porti di Olbia e di Golfo Aranci hanno superato la trentina, valori che hanno subito un incremento anche nel biennio successivo (2006-2007), ciascuno con 34 infortuni.

Trend che ha iniziato ad invertirsi, a partire dal 2008 (con meno di trenta infortuni), con l’avvio delle ispezioni in porto e la diffusione delle buone prassi.

Dal 2009, nonostante l’inclusione dello scalo di Porto Torres, la tendenza negativa è rimasta invariata. Diciannove gli incidenti registrati (dei quali tre durante il percorso da o verso il proprio luogo di lavoro), di cui 11 avvenuti ad Olbia ed 8 a Porto Torres.

L’unico incremento nel numero degli incidenti rispetto all’anno precedente è quello del 2010, passato a 24 (+ 26 %), di cui 19 avvenuti nei porti di Olbia e Golfo Aranci e 5 nello scalo di Porto Torres, con un notevole aumento degli incidenti “in itinere”, passati a 6, ovvero il 25% del totale.

Trend in salita che è stato invertito nel 2011, anno durante il quale gli infortuni sono stati pari a 21, di cui 2 a Porto Torres, uno soltanto nel percorso casa – lavoro, per una sensibile riduzione del -12,5 % rispetto al 2010.

In deciso calo, a parte le due annualità 2009 e 2010, anche il numero dei giorni di assenza per infortunio. Da 648 del 2008 a 668 del 2009, con un balzo a 1.227 del 2010 e una netta inversione di tendenza nel biennio successivo: 689 giorni nel 2011 e 581 nel 2012.

“Rispetto al passato – conclude Piro – complice la riduzione dei traffici, ma soprattutto grazie all’impegno dell’Ufficio Lavoro Portuale e alla collaborazione degli altri Enti, possiamo dire di aver raggiunto una maggiore consapevolezza tra gli operatori, e, soprattutto, tra le imprese, che hanno ben assimilato la necessità di maggiore controllo sui posti di lavoro da parte dei propri responsabili. Possiamo ritenerci quindi soddisfatti del bilancio del quale andiamo a tirare le somme, anche se l’obiettivo, sicuramente ambizioso, è portare a zero la soglia degli incidenti”.