Tomaselli: “Haralambides accetti la sfida alla trasparenza”

Salvatore Tomaselli

 

Nel giugno 2011 avevamo salutato l’arrivo a Brindisi del Prof. Haralambides ricordando, con grande lealtà e franchezza, le obiezioni che avevamo mosso al Ministero dei Trasporti circa l’ipotesi di nomina di una personalità così lontana dal territorio, di un cittadino straniero per la prima volta nella storia dei porti italiani, ma rinviando, nel contempo, ogni giudizio di merito all’attività concreta del neo Presidente, nell’auspicio che al prestigioso curriculum accademico seguissero scelte utili al rilancio del porto. Nessun pregiudizio, quindi, da parte nostra, al contrario di quanto incautamente egli pensi e, soprattutto, vada affermando.

Abbiamo dovuto constatare già dopo pochi mesi dall’insediamento del Prof. Haralambides che, in realtà, tali nostre aspettative erano andate rapidamente deluse e, purtroppo, nulla è cambiato in queste ultime settimane, dopo che lo stesso Haralambides era stata “rimesso” alla guida dell’autorità portuale di Brindisi con un pronunciamento del tutto singolare del Consiglio di Stato.

Anzi, il rifiuto a corrispondere alla trasparenza degli atti sollecitato da più parti appare come la conferma di un atteggiamento di chiusura al confronto, oltre che una interpretazione del proprio “ruolo” in contrasto con norme e prassi affermatesi da tempo nel nostro paese (Haralambides dovrebbe informarsene) nel rapporto tra Pubblica Amministrazione e cittadini.

A ciò si aggiungano atteggiamenti spesso irridenti e irrispettosi dello stesso neo Presidente nei confronti di ogni voce critica, anche di natura istituzionale, l’inconsistenza nel rilanciare i traffici marittimi, sia passeggeri che merci, l’acuirsi di cattive relazioni (sembra quasi perseguite volontariamente) con gran parte della comunità locale e il rischio di incomprensibili conflitti con il sistema portuale pugliese riunito in “Apulian Ports” dalla cui presidenza il nostro si é appena dimesso. Una esperienza, quella della integrazione delle principali strutture portuali pugliesi, voluta fortemente dalla Regione Puglia, dalle inesplorate potenzialità attrattive verso nuovi mercati e da cui, a dire il vero, proprio il porto di Brindisi avrebbe da avvantaggiarsene maggiormente.

In tale quadro va collocata, per onestà e verità, anche la vicenda della individuazione del nuovo Segretario Generale dell’Autorità Portuale: non sono qui in discussione competenze proprie che la legge assegna al Presidente, come stucchevolmente ricordato da qualche esponente politico del centrodestra cittadino, quanto la qualità e il senso di una scelta fondamentale per il futuro di ente decisivo per le sorti del territorio.

Una scelta che non può non fondarsi su competenze, professionalità, conoscenza profonda del settore che siano utili all’urgente bisogno di rilancio del porto, alla piena valorizzazione della struttura tecnica ed amministrativa dell’Ente, alla definizione, secondo gli indirizzi dello stesso Presidente, del Comitato portuale e delle istituzioni locali, delle priorità infrastrutturali e degli strumenti di pianificazione. Insomma, una scelta né burocratica né formale, che il Presidente avrebbe dovuto avvertire la sensibilità istituzionale di rendere quanto più trasparente possibile ed apprezzabile dall’intera città, dalle sue istituzioni alle organizzazioni sociali agli operatori economici.

Scegliere una strada diversa, come anticipato dalla stampa, magari condivisa o ispirata in alcuni ambienti politici o imprenditoriali lontani da Brindisi, avrebbe l’effetto certamente di soddisfare il carattere impenetrabile e ombroso (per sentito dire, non avendolo mai incontrato) del Prof. Haralambides ma non sarebbe in alcun modo utile al porto, alla soluzione dei suoi antichi e nuovi problemi, alla valorizzazione delle sue potenzialità.
Il tempo per rimediare mi pare ci sia ancora, voglio sperare che ci sia anche la volontà.

 

Sen. Salvatore Tomaselli