Patto tra i porti di Puglia: incontro a Confindustria

Intervenuto a Confindustria Bari, il presidente dell’Autorità portuale di Brindisi Hercules Haralambides ha presentato il suo quadro sulla situazione degli scali pugliesi. Di seguito il suo intervento.

Il ruolo delle infrastrutture è fondamentale per lo sviluppo economico di un paese o di un territorio. Tutti i paesi che si sono sviluppati come paesi industriali hanno prima cominciato con lo sviluppo di ferrovie; autostrade; porti; e aeroporti. L’infrastruttura ha un’unica proprietà, quella di attrarre il business, semplicemente perché la vicinanza all’infrastruttura riduce i costi del trasporto e della distribuzione.

Così si sono creati i clusters industriali e portuali. Il ruolo dei porti è anche più importante visto che essi connettono l’hinterland con il foreland (cioè paesi terzi con cui commerciamo). Inoltre, attualmente, nell’ambito del global supply chain management, porti inefficienti costituiscono sia un ‘bottleneck’(collo di bottiglia) che un ostacolo al commercio. Basti dire che, secondo vari studi internazionali, solo un miglioramento delle operazioni e dei tempi della dogana può portare ad un aumento del PIL dello 0.5%.

In tutto il mondo, e nel ambito del global supply chain management, i porti sono nodi essenziali , in quanto rivestono anche il ruolo di coordinatori di tutti gli stakeholders (interporti; ferrovie; capitanerie; ecc.). Parliamo quindi di “port-centric logistics”. Questo nuovo ruolo dei porti richiede autonomia operativa e finanziaria. Soprattutto nel nord Europa i porti si stanno trasformando da burocrazie pubbliche, che governano il demanio dello Stato, ad imprese private che gestiscono i clienti del porto e lo sviluppo del traffico. E tutto ciò dovrebbe essere fatto in termini di efficienza e concorrenza.

I soldi pubblici per investimenti nel settore portuale sono pochi, specialmente nel sud Europa che deve ridurre sostanzialmente il suo debito pubblico. Investimenti pubblici devono quindi essere coordinati sia a livello nazionale che europeo, e lo stesso vale anche per i bilanci degli stati membri. A livello europeo i soldi ci sono ma, come ho già detto, devono essere spesi in maniera coordinata, sulla base di un sistema del trasporto che chiamiamo rete TEN-T. Per l’Italia e altri paesi del sud questo è un sostegno sostanziale ma i soldi non vengono dati come “blank check” (assegni in bianco). Invece, essi sono condizionati dallo sforzo dei porti di diventare organismi efficienti, che perseguono politiche di liberalizzazione dei servizi portuali e che cercano finanziamenti privati (PPP) da investitori nazionali e stranieri che hanno i soldi. Per raggiugere questo obiettivo la prima cosa richiesta è una riduzione della burocrazia ed un clima business favorevole alle imprese. E mi spiace dire che ciò, ancora, non lo abbiamo, particolarmente nel sud del nostro paese.

La Puglia ha una posizione ottima nel centro del mediterraneo ma purtroppo la sua infrastruttura soffre, essendo ancora ad un livello bassissimo. Sono quindi sicuro che il governo Renzi vede chiaramente la opportunità economica del sud, non solo per lo sviluppo del sud ma di tutto il paese. In Puglia, i nostri tre porti devono diventare un vero sistema portuale, come previsto dal piano del trasporto regionale, in cui sia i costi che i benefici siano condivisi e diffusi tra tutte le comunità che stanno aspettando, specie a Brindisi, di vedere i risultati del sistema portuale pugliese.