Porto di Venezia: nuova regolamentazione del tipo di combustibili marittimi

Lo scorso 27 agosto in tutti gli scali portuali italiani è entrato in vigore il provvedimento che fissa nuovi limiti e impone alle navi l’uso di carburanti a basso contenuto di zolfo Il porto di Venezia è all’avanguardia nel campo della regolamentazione della tipologia di combustibili utilizzati dalle navi che approdano allo scalo.

Lo ha sottolineato l’Autorità Portuale del porto lagunare in occasione dell’odierna entrata in vigore dei nuovi limiti che impongono alle navi l’uso di carburanti green a basso contenuto di zolfo a seguito della pubblicazione nella “Gazzetta Ufficiale” dello scorso 12 agosto del decreto legislativo 112 del 16 giugno 2014 di attuazione della direttiva 2012/33/UE che modifica la direttiva 1999/32/CE relativa al tenore di zolfo dei combustibili per uso marino.

Il provvedimento stabilisce che “per le navi passeggeri battenti bandiera italiana, le quali effettuano un servizio di linea proveniente da o diretto ad un porto di un Paese dell’Unione europea, è vietato, nelle acque territoriali, nelle zone economiche esclusive e nelle zone di protezione ecologica, appartenenti all’Italia, l’utilizzo di combustibili per uso marittimo con un tenore di zolfo superiore all’1,50% in massa. La violazione del divieto è fatta valere anche nei confronti delle navi non battenti bandiera italiana e che si trovano in un porto italiano”. Tale limite sarà abbassato allo 0,50% in massa dal 1° gennaio 2020.

«Il porto di Venezia, grazie all’accordo volontario Blue Flag II – ha ricordato l’ente portuale veneziano – già nel corso della stagione 2013 impone a tutte le navi che arrivano a Venezia l’uso di carburanti allo 0,1% di zolfo per tutte le navi in transito (a partire da fuori della bocca di Porto di Lido) e per tutta la durata dell’ormeggio. Una stringente normativa – ha sottolineato l’authority – valida per il solo porto lagunare che anticipa e supera i limiti europei (e ora anche italiani) imponendo l’uso di carburanti super green. I controlli, come peraltro previsto dal decreto legislativo – ha specificato l’ente – sono effettuati dalla Capitaneria di Porto con puntuali verifiche a campione».