Porto di Bari: approvato il Pot 2014-2016

BARI – Il Comitato Portuale dell’Autorità del Levante ha approvato il Piano Operativo Triennale 2014-2016. Il documento è passato all’unanimità, anche con il voto favorevole del rappresentante degli operatori portuali di Monopoli,  dopo il rinvio registratosi nel corso dell’ultima seduta.

Il POT è stato redatto dagli uffici dell’Autorità Portuale sulla scorta degli indirizzi strategici del Presidente Francesco Mariani sotto il coordinamento del Segretario Generale f.f. Mario Mega e il supporto dell’ex Segretario Generale Mario Sommariva, per l’inquadramento dei traffici nel contesto geopolitico mondiale e territoriale, e del Prof. Federico Pirro per l’analisi macroeconomica del sistema produttivo delle aree retroportuali.

Nel documento passato al vaglio del Comitato Portuale vengono individuati nuovi interventi strategici, non solo per le singole infrastrutture portuali ma per l’intero sistema dei tre porti, finalizzati al perseguimento di una nuova fase della vita dell’Ente che, per passare dal network all’integrazione  – come si legge nel documento – intende  progettare  lo sviluppo dei tre porti come si trattasse di un’unica infrastruttura.

“Si tratta di un documento strategico – ha commentato il Presidente Mariani al margine della seduta di Comitato –  che, andando oltre l’ordinaria visione dell’ambito portuale, pone le basi per l’avvio della costruzione del sistema logistico del nord barese che costituirà uno dei punti di forza del costituendo Sistema Portuale Pugliese secondo le recentissime impostazioni del nuovo Piano Strategico della Portualità e della Logistica approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri, solo la scorsa settimana”. “Il salto di qualità rispetto alla passata programmazione – ha spiegato Mariani – risiede proprio  nella visione d’insieme, un’idea di fondo, che integra, facendoli propri nel network dei Porti del Levante, i processi di sistema da avviare con il nuovo Piano Nazionale della Portualità e della Logistica”.

Di seguito, riportati per punti, alcuni dei contenuti strategici del nuovo Piano Operativo  Triennale .

La promozione dei porti e l’integrazione con il retroporto

Lo studio appositamente commissionato al Prof. F. Pirro, economista dell’Università degli Studi di Bari, dal titolo “Il sistema portuale dell’Autorità del Levante al servizio del grande bacino produttivo della Puglia centrosettentrionale e della Basilicata orientale. Un punto di forza dell’economia meridionale nazionale e mediterranea” ed allegato al P.O.T., evidenzia una grande vitalità del sistema industriale dei territori limitrofi ai porti del network e le potenzialità all’internazionalizzazione di alcune realtà.Il miglioramento dei servizi offerti per il traffico merci nei porti amministrati ha costituito automaticamente un elemento di crescita per i porti stessi rendendo possibili dei traffici che, in precedenza, dovevano necessariamente utilizzare altri porti sempre della Puglia ma più spesso della Campania.

La possibilità, ormai consolidata, di poter effettuare consegne o ricevere merci in tutte le parti del mondo o da ogni parte di esso, in tempi fissi e con regolarità, ha modificato i processi logistici di alcune grosse industrie producendo vantaggi economici immediati ed aprendo possibilità di espansione su nuovi mercati.Questi sono quei fattori abilitanti per la crescita di un sistema logistico che è tale solo se riesce ad assecondare le esigenze dei consumatori (di qualsiasi dimensione e tipologia) facilitando il rapporto con il fornitore/costruttore.

Come spesso si afferma tra gli addetti al settore “è la merce che sceglie il porto e non viceversa” per cui l’Autorità Portuale dovrà continuare ad assecondare queste scelte del mercato impegnandosi altresì per aumentare, sempre di più, l’appeal dei porti.In tal senso sarà studiato un programma di promozione del sistema portuale del Levante che raggiunga le aziende, in gran parte già individuate nello studio del Prof. Pirro, per presentare loro i servizi che i porti sono in grado di offrire alle loro necessità di imbarco/sbarco merci/materie prime per le destinazioni già servite e rilevare eventuali esigenze diverse per il loro soddisfacimento successivo.

Questa attività dovrà essere condotta d’intesa ed in sinergia con le Amministrazioni Comunali cui afferiscono i porti amministrati e con gli Enti di secondo livello che rappresentato le aree vaste che costituiscono il potenziale bacino di riferimento dei porti stessi. La possibilità di supportare le aziende nelle loro scelte di internazionalizzazione dovrà essere uno strumento anche di programmazione dei collegamenti tra i luoghi di produzione/consumo ed il porto mettendo le basi per una visione di sistema che estende l’ambito di operatività dal porto all’intero territorio.Conseguenziale a questa attività potrebbe essere quella di individuare aree industriali e/o artigianali ben collegate al porto di riferimento dove promuovere l’insediamento di attività retroportuali che sono indispensabili per aumentare il valore delle lavorazioni logistiche tradizionali.
Il turismo croceristico

Il porto crocieristico del futuro è un porto che non è solo una via d’accesso per l’intero territorio (dal punto di vista dei turisti) ma anche un luogo che rappresenti l’identità locale e che animi le aree urbane in cui si trova (anche dal punto di vista dei residenti). Sempre maggiore attenzione dovrà essere posta, quindi,  non solo alle dotazioni prettamente tecniche ed a servizi necessari per la fruizione marittima (con banchine e fondali sempre più adeguati alle navi di ultima generazione ed anche con terminal passeggeri confortevoli e ad alta ricettività) ma anche a tutto quello che può costituire una prima vetrina per il territorio quando il crocierista decide di effettuare una escursione a piedi per la città.

Da luogo di passaggio, quindi, a tassello di un puzzle che darà vita all’esperienza di permanenza “sia pur breve” nella città e che deve trovare nel territorio urbano adiacente elementi di continuità quasi con un passaggio di testimone “riservato” con il Comune.
Un sistema portuale “smart and green”

L’Autorità Portuale del Levante è da anni impegnata nell’implementazione del proprio Port Community System GAIA che, ormai dal 2010, eroga servizi di vario genere ad operatori, istituzioni e passeggeri, e che da molti è ritenuto una eccellenza a livello nazionale tale da poter costituire riferimento per la creazione di standard comuni. Del resto, le dinamiche di integrazione del porto con il retroporto e le città difficilmente potranno essere governate, ma nemmeno assecondate, se le Autorità Portuali non acquisiscono capacità e competenze specifiche elevate in questi ambiti. Esse dovranno diventare le uniche responsabili del Port Community System cioè del sistema informativo che serve l’intera comunità portuale integrando a livello locale tutti i sistemi nazionali, regionali o di area vasta oltre che quelli di operatori ed utenti.

Specifica attenzione, pertanto, dovrà essere posta per implementare nuove opportunità di interazione con altri sistemi informativi territoriali, quali quelli dei Comuni e della Città Metropolitana, per l’erogazione di servizi ai passeggeri sia di tipo informativo che per l’assistenza al fine di sviluppare sempre più azioni che facciano rientrare, a tuti gli effetti, anche i porti nelle politiche di sviluppo delle smart cities.L’Autorità Portuale da quasi un decennio, ormai, ha posto alla base delle sue iniziative una grande attenzione al tema della sostenibilità ambientale delle infrastrutture portuali sia intervenendo su scelte strategiche quali le destinazioni delle banchine ma soprattutto applicandosi alla progettazione delle nuove opere con specifica attenzione a questi aspetti.

E’ intenzione proseguire in questa direzione affrontando con sempre maggiore attenzione soprattutto il tema dell’energia e della sua fondamentale importanza per lo sviluppo di porti “sostenibili” cercando di incidere sull’intera catena della logistica. Oggi più che mai, infatti, si conferma la necessità di pensare a programmi di sviluppo “sostenibili”, sia dal punto di vista economico che ambientale e sociale, salvaguardando l’ambiente ma anche il futuro occupazionale di lavoratori ed imprese.

Si dovrà cercare di avviare un percorso di grande trasformazione del modo di  consumare energia nei porti del network volto  inizialmente: ad incrementare l’utilizzo di fonti rinnovabili per lo svolgimento delle attività portuali; a promuovere una mobilità “verde” interna ai porti con la diffusione di auto elettriche o a metano; a migliorare l’efficienza energetica degli impianti di illuminazione delle banchine, dei piazzali e della viabilità interna; a sostenere  ed indirizzare i concessionari e gli operatori ad avviare analoghe politiche di efficientamento energetico delle proprie attività ed attrezzature.

Un sistema portuale “amico” del territorio. L’integrazione porto – territorioLa ricerca del punto di equilibro tra le esigenze della portualità e quelle della vivibilità cittadina viene avvertita all’interno del documento di programmazione come una necessità prioritaria dagli Enti preposti allo sviluppo di una città marittima. La maggior parte delle città portuali italiane presentano lo stesso problema di carenza di integrazione, sia urbanistica che economica, tra l’entroterra ed il fronte città-porto. Molto spesso i porti vengono accusati di “creare uno sbarramento al mare” o di “negare l’utilizzo del mare agli abitanti”. Nella realtà si tratta quasi sempre di porti di antica costruzione che hanno visto crescere intorno a loro le città senza che queste ultime si preoccupassero di dare un disegno organico di integrazione.

A tal fine appare si ritiene più utile focalizzare il tema dell’inclusione città-porto seguendo le seguenti declinazioni: perseguendo uno sviluppo equilibrato tra le città portuali ed il loro porto  attraverso una valorizzazione degli spazi di connessione; sviluppando un sistema integrato e coerente di azioni di marketing territoriale e di comunicazione, per consentire la valorizzazione delle risorse culturali e di offerta di prodotto/servizio locale, tipiche dell’ambito territoriale città-porto, al fine di incidere in maniera rilevante sulle politiche di accoglienza dell’utente e di dotare il territorio di un importante differenziale competitivo sottolineando in particolare la dimensione identitaria; realizzando infrastrutture destinate a migliorare l’integrazione città–porto tramite la riqualificazione e la messa in sicurezza dei collegamenti tra la città e il porto; realizzando operazioni destinate a migliorare l’accoglienza, i servizi e i trasporti ai passeggeri; migliorando l’attrattività  turistica del sistema città-porto/territorio di riferimento attraverso la valorizzazione e la promozione  delle risorse naturali, economiche e culturali identitarie del luogo;  migliorando i servizi di accoglienza ai turisti e l’accessibilità dei servizi della zona portuale e fronte porto attraverso un sistema integrato di informazione/valorizzazione dell’offerta territoriale città-porto; migliorando  la competitività delle  attività economiche collegabili alla presenza di turisti; migliorando i livelli di integrazione fra le iniziative e le attività  di valorizzazione delle risorse naturali, economiche e culturali identitarie del luogo rivolte ai cittadini e quelle rivolte a turisti.

Uno degli strumenti fondamentali per affrontare queste criticità sarà quello di avviare un impegno forte sul versante urbanistico procedendo all’aggiornamento, in ciascuno dei porti del network, del Piano Regolatore Portuale da sviluppare in coerenza con i rispettivi Piani Urbanistici Generali secondo le normative nazionali e regionali di settore e le direttive consigliate dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti con le “Linee guida per la redazione dei piani regolatori portuali (2004)”.

Le politiche delle risorse umane: formazione e integrazione  con la scuola e l’universitàl’Autorità portuale deve diventare protagonista di un’azione di stimolo verso le agenzie formative all’uopo dedicate, scuola ed università, per lo sviluppo di sempre maggiori competenze e la formazione di profili professionali che siano fortemente orientati all’innovazione ed alla specializzazione interdisciplinare.

Alle tradizionali offerte di stage assicurate dall’Autorità Portuale alle università del territorio sarà opportuno affiancare impegno e sostegno per la promozione di percorsi di alternanza scuola/lavoro con il supporto delle scuole medie superiori impegnati in curricoli orientati verso le professioni del mare e della logistica. Analogamente occorre stimolare le università per formare, in corsi di specializzazione post-laurea, professionisti particolarmente esperti nelle materie legate ai porti ed alla logistica che ben potranno dare il necessario supporto alla crescita imprenditoriale delle aziende del cluster marittimo/portuale.

Per i lavoratori impegnati già in porto, poi, siano essi dipendenti di aziende private che delle istituzioni sarebbe utile avviare dei percorsi di aggiornamento professionale continuo, con particolare riferimento alle tematiche della sicurezza sul lavoro e del rispetto dell’ambiente, al fine di favorire la crescita culturale del porto nel suo complesso e contribuire al miglioramento dell’ambiente in cui si opera quotidianamente.

L’ampliamento al porto di Molfetta: linee di indirizzo

La visione di “area vasta” ha visto, con gli atti compiuti dal Consiglio Comunale e  dal Comitato Portuale, il compiersi di decisivi passi in avanti verso l’ampliamento della circoscrizione territoriale dell’Autorità Portuale  al porto di Molfetta. Per questo il POT 2014/2016 ritiene corretto dover avanzare alcune ipotesi di lavoro per lo sviluppo dei traffici nel porto di Molfetta.

Tali ipotesi si possono così sintetizzare:Porto vecchio: riqualificazione dell’area, in collaborazione con il Comune, per potenziare le destinazione per la pesca, la nautica da diporto, gli sport nautici e gli usi urbani (waterfront); Porto nuovo: supporto al Comune per il completamento dell’opera con fondali a -9,5 mt. e sua destinazione per lo svolgimento di traffico commerciale container/ro-ro (Terminal Middle East o Turchia) ovvero ad altre funzioni da acquisire anche mediante gara internazionale che consentano di attirare traffici aggiuntivi rispetto a quelli gestiti all’attualità nei porti del network.

Successivamente all’inserimento nella circoscrizione dell’Autorità Portuale saranno attivate tutte quelle fasi di presa in carico del porto con attivazione di una fase di studio dell’infrastruttura esistente finalizzata alla manutenzione ordinaria degli spazi a terra e degli specchi acquei. Nel contempo saranno omogeneizzate le procedure per il rilascio delle concessioni demaniali, per la gestione del lavoro portuale ed il rilascio delle autorizzazioni di impresa, per il controllo degli accessi in porto nelle aree di security mediante il PCS GAIA.

Per quanto attiene il completamento del porto nuovo, all’attualità interessato da provvedimenti dell’Autorità giudiziaria, sarà avviata una fase di valutazione,  d’intesa con il Comune e la Regione, per l’individuazione delle migliori modalità per la prosecuzione dei lavori mediante l’utilizzazione dei finanziamenti già disponibili.

Un sistema portuale per la “blue growth”

La Blue Growth o Crescita Blu è la strategia a lungo termine dell’Unione Europea lanciata nel 2012 per sostenere una crescita sostenibile nei settori marino e marittimo. La strategia riconosce che i mari e gli oceani rappresentano un motore per l’economia europea, con enormi potenzialità per l’innovazione e la crescita, e rappresenta il contributo della politica marittima integrata al conseguimento degli obiettivi della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva.Per quel che riguarda le competenze dell’Autorità Portuale appare ovvio puntare l’attenzione sul contributo che può essere dato per il settore del turismo marittimo, costiero e da crociera che vede i porti del network impegnati a pieno titolo sia pur partendo dal punto di vista di chi ha come primo obiettivo quello della valorizzazione delle attività commerciali per il trasporto delle merci.Il buono stato dell’ambiente delle aree marine e terrestri in cui insistono i nostri porti, a partire dalla presenza in aree immediatamente a loro prossime di habitat costieri e marini incontaminati, è fondamentale per ogni forma di turismo “blu” e costituisce un potenziale di crescita di nuove forme di turismo.

Una spinta allo sviluppo di strutture dedicate alla nautica

Nell’ambito dei programmi di rivisitazione e riqualificazione urbanistica delle aree portuali, di cui si è detto, dovrà essere posta particolare cura a che i nuovi interventi non aumentino solo il numero di posti barca ma costituiscano elemento catalizzante per la creazione di un sistema possibilmente integrato capace di porsi sul mercato del turismo nautico in maniera qualificata e riconoscibile.E’ auspicabile, pertanto, che gli interventi previsti per la realizzazione di approdi turistici all’interno degli specchi acquei dei porti di Barletta, Bari e Monopoli vengano realizzati nell’ambito di una pianificazione unitaria che, tenendo conto delle preesistenze sia negli stessi bacini che nelle aree limitrofe, consenta di creare un’offerta di servizi integrata e di qualità.

Saranno da privilegiare le iniziative utili allo sviluppo del turismo nautico, con una grande attenzione alla sostenibilità ambientale, per consentire la creazione di un’offerta di posti barca, con relativi servizi a terra di accoglienza, che costituisca un elemento di attrattività del territorio andando ad integrare l’offerta turistica complessiva.

La pesca: una risorsa del territorio

Le politiche europee e regionali di sostegno di questo comparto stanno cercando di assicurare un rilancio della comunità della pesca fornendo agli operatori del settore strumenti ed opportunità per modernizzare il comparto ittico attraverso un approccio ispirato a principi di sostenibilità ambientale, sociale, economica ed istituzionale ed allo stesso tempo, salvaguardando l’occupazione di lungo periodo e le condizioni di benessere economico della forza lavoro.

Un contributo importante a queste azioni di sostegno, condotte dai vari GAC Gruppi di Azione Costiera costituiti per dare attuazione ai PSC Piani di Sviluppo Costiero, potrebbe essere costituito dalla valorizzazione e rilancio del territorio costiero nel suo complesso.L’Autorità Portuale può svolgere, all’interno dei porti amministrati, idonee azioni di sostegno alle iniziative dei GAC sia facilitando gli interventi infrastrutturali che agevolando le iniziative dei privati che vengano attuate nell’ambito dell’attuazione di detti PSC.

L’interazione con il partenariato di supporto ai vari GAC consentirà di valutare le iniziative da sostenere migliorando l’efficacia degli interventi e valutando la possibilità di individuare azioni sinergiche per l’attivazione di nuovi servizi orientati al turismo che ben potrebbero aumentare l’offerta  verso crocieristi e passeggeri.