Costa: “Il 2016 cruciale per ruolo Italia nella Via della Seta”

PECHINO – Il 2016 sarà l’anno che deciderà il ruolo dell’Italia nella Via della Seta, in particolare il versante marittimo dell’iniziativa cinese. È il giudizio del presidente del Porto di Venezia, Paolo Costa, espresso in un’intervista ad Agi, durante la tappa a Shanghai del suo viaggio in Cina per discutere delle iniziative e dei progetti della Via della Seta Marittima, l’iniziativa cinese lanciata dal presidente cinese, Xi Jinping, durante il viaggio in Kazakistan del settembre 2013.

«Se si guarda alle mappe tracciate dalla Cina, il Mediterraneo ha tre punti di arrivo: Atene, Istanbul e Venezia. Ad Atene i cinesi ci sono da un pezzo; a Istanbul hanno firmato di recente; adesso tocca a Venezia, ovvero all’Italia – afferma Paolo Costa. L’effettivo ruolo che l’Italia avrà sulla Via della Seta si decide nei prossimi mesi o nel prossimo anno. Sono prospettive promettenti. Se le idee andranno avanti, abbiamo progetti concreti e possiamo testare la voglia di lavorare assieme in concreto non soltanto auspicando relazioni».

Il punto, per il presidente del Porto di Venezia, è consentire l’arrivo di navi con dimensioni «da Cina», ovvero porta-container da 18mila teu in su, che attualmente non sono supportate dagli scali marittimi italiani. «Sicuramente il porto di Venezia potrà consentire alla Cina di essere più presenti in Europa e, per contro, anche all’Europa di raggiungere la Cina in maniera più efficace. Stiamo cercando di lavorare nelle due direzioni».

Le ricadute dei nuovi progetti cinesi e italiani andranno a beneficio dell’intero apparato industriale italiano, e non solo. «L’obiettivo finale è quello di ridurre i costi di esportazioni e importazioni delle nostre attività produttive: italiane, bavaresi, svizzere, slovene, ungheresi o austriache convincendo le navi che vanno verso l’Estremo Oriente a fermarsi nell’Adriatico senza bisogno di scendere da noi passando però per Anversa».

Proprio la rivalità con i grandi porti dell’Europa settentrionale rappresenta uno dei motori della visita di Costa in Cina. La sfida per Venezia e per i porti dell’alto Adriatico riuniti nella Napa, la North Adriatic Port Association, di cui Costa è presidente di turno per il semestre, è quella di «riequilibrare la predominanza del Mare del Nord», con porti attualmente preferiti come hub internazionali.

Le dimensioni dei porti italiani non aiutano l’Italia, al momento, almeno non a livello di singoli scali portuali. «Il porto di Venezia, come ogni altro porto italiano non riesce a sfondare su questa scala di relazioni – prosegue Costa – Venezia dentro l’Alto Adriatico riesce ad avere quel potenziale: tutti insieme, noi, riusciamo a fare un decimo di Ningbo a paragone, ma nei prossimi cinque-sei anni possiamo arrivare a essere un quinto o un quarto».

Per riuscirci occorrerà unità tra i vari soggetti coinvolti. «Non è la sfida di un solo porto, ma di un insieme di porti – conclude Costa – Per questo l’alleanza dell’alto Adriatico è strategica, essenziale. Nessuno di noi da solo riesce a vincere questa battaglia».