Porto di Civitavecchia: lotta alle polveri sottili

CIVITAVECCHIA – Sulla banchina 23 del porto di Civitavecchia sarà realizzata una barriera vegetale di edera per abbattere il livello di polveri sottili.Presentato in una conferenza stampa all’Autorità portuale il progetto del Comitato etico-scientifico per ridurre l’inquinamento nel territorio, partendo proprio dal porto. Erano presenti il commissario straordinario Pasqualino Monti, il presidente del Comitato Mario Almerighi ed il professor Geraldo Capannesi.

«Volevamo presentare il Comitato etico-scientifico, con un progetto già concreto che è il frutto – ha detto Monti – di circa un anno di lavoro. L’obiettivo è quello di ridurre e diminuire l’impatto ambientale del porto sul territorio ed è qui che entra in gioco il Comitato che ha avuto un ruolo importate nel realizzare le misure necessarie. Questo – ha aggiunto – è il primo progetto concreto per l’abbattimento delle polveri sottili o nano particelle e con l’occasione ringrazio tutti i membri del Comitato per il lavoro svolto».

“Si tratta di un progetto tangibile per l’ambiente e per il territorio di Civitavecchia – spiega il presidente Mario Almerighi -. Ho conosciuto il dottor Capannesi, che io definisco “scienziato” per la sua estrema competenza, nel corso di un processo in cui ho avuto modo di apprezzare la sua professionalità e le sue capacità.

Quando Monti mi fece la proposta rimasi molto contento ed ho subito pensato di portare Capannesi. Le barriere vegetali – ha continuato addentrandosi nel progetto – servono ad abbattere le nano particelle, pericolose per la salute dell’uomo, infatti, superano i filtri del corpo umano e sono estremamente cancerogene. Capannesi già nel ‘78 parlava di inquinamento dell’aria e fece delle analisi comparate per l’istituto di botanica dell’Università di Roma scoprendo che nell’area del muro torto, nonostante il traffico veicolare, l’inquinamento era basso perché la zona è circondata dal vede.

Abbiamo scelto l’edera per la capacità di assorbimento delle nano particelle ed il progetto sta già partendo concretamente. È la prima volta in Italia che si costruiscono barriere vegetali e ci aspettiamo risultati concreti in pochi mesi. C’è – ha concluso – l’esigenza di diffondere una nuova cultura ambientale».

Si tratterà di un primo tratto di barriera di 50 metri per 5 di altezza, che raggiungerà i 300 di lunghezza entro un anno, e l’esperimento sarà monitorato effettuando rilevazioni sulle foglie dell’edera per verificare le polveri che tendono a depositarvisi. Capannesi ha spiegato che “ogni foglia della pianta ha milioni di aperture stomatiche per centimetro quadrato: «si tratta di aperture ad asola e sono dei setacci naturali per le nano particelle.

L’effetto primario è che le nano particelle vengono assorbite dall’apparato fogliario e rimangono segregate nella foglia». I lavori di realizzazione partiranno già dalla prossima settimana.