Tensioni globali e Green Deal europeo spingono verso porti resilienti, interoperabili e competitivi. Il Blue Economy Forum conferma Ancona come hub di riferimento per sviluppo, sostenibilità e cooperazione adriatica
Ancona – Un porto non è più solo un’infrastruttura: è un organismo vivo, un ecosistema produttivo in evoluzione, una leva strategica per la transizione energetica e il posizionamento competitivo di un territorio nello scenario globale.Con questa consapevolezza si è concluso il Blue Economy Forum di Ancona, promosso da Il Secolo XIX – Blue Economy Magazinecon il supporto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Centrale e di Assoporti, e con il sostegno di partner privati d’eccellenza come Adria Ferries, FMG Group, SNAV e Morandi Group. Un evento che ha riunito i principali attori dell’economia marittima regionale per delineare le traiettorie future di uno dei mari più sensibili e strategici d’Europa.
Sono stati toccati tutti i nodi cruciali: competitività infrastrutturale, transizione energetica, efficienza logistica, costruzione di una brand identity adriatica e internazionalizzazione delle soluzioni ambientali. Ma soprattutto, si è condivisa una visione forte: quella di un porto che cresce per interazione, non per concentrazione. Un porto dove pubblico e privato devono collaborare, dove la pluralità degli operatori è un valore aggiunto e dove l’innovazione non è esercizio di stile ma leva reale di posizionamento competitivo.
Il titolo dell’edizione 2025 – “Il futuro dell’Adriatico. Tra Geopolitica e Clean Energy” – ha rappresentato non solo un riferimento ai grandi driver globali che stanno ridisegnando la geografia marittima del continente, ma anche la volontà di tradurre questi cambiamenti in azioni concrete e territoriali.
A fare da cornice, il porto di Ancona: non un “mega scalo” da record di volumi, ma una piattaforma integrata e versatile, che si distingue per la qualità dell’interazione tra merci, traghetti, crociere, innovazione logistica e sostenibilità ambientale. Un porto plurale, naturalmente connesso verso est e sempre più proiettato verso l’Europa.
I lavori si sono aperti con i saluti istituzionali del sindaco Daniele Silvetti, del Capitano di Fregata Luca Torcigliani (Capitaneria di Porto) e di Dino Latini, Presidente del Consiglio Regionale delle Marche.
Subito dopo, la prima sessione – “Il porto e l’industria: alleanza al servizio dello sviluppo” – moderata da Simone Gallotti, penna storica del Secolo XIX, ha acceso i riflettori sul rapporto tra infrastruttura portuale e tessuto industriale.
Sono intervenuti Rodolfo Giampieri (Assoporti), l’europarlamentare Carlo Ciccioli, Luca Cesarini (Gruppo Ormeggiatori), Francesco Carbone (Palumbo Superyachts) e Lino Ballarin (RINA). Il focus è stato sulla necessità di rafforzare il dialogo tra mondo produttivo e governance portuale, alla luce dei nuovi scenari normativi europei e delle opportunità offerte dai fondi del PNRR.
La seconda sessione – “La forza diffusa del porto: merci, traghetti, crociere” – è stata moderata da Gabriele Costantini, direttore di Adriaeco e giornalista del Secolo XIX.
L’apertura è stata affidata a Luigi Merlo, Direttore Rapporti Istituzionali di MSC, che ha offerto uno sguardo globale sullo shipping, tra tensioni in Medio Oriente e nel Mar Rosso, nuove rotte commerciali, revisione delle normative europee e ridefinizione delle strategie da parte dei grandi gruppi armatoriali.
Alberto Rossi, Presidente di Frittelli Maritime Group e AD di Adria Ferries, ha illustrato il progetto Eagle: una riconversione strategica dell’area ex-Bunge che coniuga logistica, innovazione, sostenibilità e autoproduzione energetica, integrando porto, business e città.
Massimo Di Giacomo, AU di Anek Lines Italia, ha sottolineato come gli investimenti sulle banchine Ro-Pax e sulla viabilità retroportuale miglioreranno l’efficienza del traffico passeggeri, elemento chiave per attrarre nuovi flussi e aumentare la qualità del servizio.
Andrea Morandi, CEO di Morandi Group e agente generale di Superfast Ferries, ha offerto una visione della portualità intermodale che – forte di trent’anni di collegamenti Italia-Grecia – guarda con decisione alla transizione energetica e al consolidamento di Ancona nei corridoi TEN-T.
Paolo Baldoni, CEO di Garbage Group, ha infine puntato i riflettori sull’ambiente, illustrando i risultati concreti nell’abbattimento degli inquinanti in porto, grazie sia agli interventi infrastrutturali sia all’impegno degli armatori, e presentando i risultati del Pelikan System, innovazione tecnologica nata ad Ancona nel 2013 e oggi modello replicabile di gestione circolare dei rifiuti marini.
La chiusura della giornata di lavori è stata affidata al Presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Vincenzo Garofalo e al Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, che hanno ricucito i molti fili della discussione in un’unica immagine: quella di un porto capace di attraversare moli e voci, combinare globalità e prossimità, coniugare passato industriale e futuro sostenibile.
Un porto che non misura la sua forza solo ed esclusivamente nella lunghezza delle banchine, ma nella qualità delle sue relazioni.
Questa è la vera forza di Ancona: un modello credibile di economia blu, un laboratorio dove si sperimenta il futuro, un ponte tra il Mediterraneo e l’Europa.


