Crociere sostenibili del post – Covid

Il settore delle crociere in questi ultimi anni ha dovuto superare periodi difficili con interruzioni nella crescita: crisi finanziaria 2008/2009, primavera araba e oggi la pandemia da covid-19. Nel 2019 possiamo dire che oltre trenta milioni di persone hanno sperimentato una crociera in tutto il mondo, mentre tra febbraio-marzo 2020 molte Compagnie di navigazione hanno dovuto fermare le proprie navi, sospendendo le operazioni portuali in tutto il mondo. Verso fine aprile 2020 quasi il 100% delle destinazioni globali presentava variazioni nei liner e con un calo delle prenotazioni/viaggio, causa sempre covid-19.

Mentre la seconda ondata di pandemia portava il rinvio di scali crocieristici nella maggior parte dei porti del mondo, comprese le regioni europee e asiatiche, il settore delle cruise globalmente si rialzava, grazie ai protocolli di health/safety messi in atto dall’IMO e dalle stesse Compagnie. Occorreva cambiare itinerari e scalare nuovi porti se si voleva registrare una crescita sostenibile dell’intero settore crocieristico e dell’intera filiera logistica. Necessitava adeguare i nuovi porti agli standard internazionali di accoglienza dei passeggeri; terminal e infrastrutture renderli idonei a queste navi di nuova concezione e grandi; Autorità portuali, governance e diversi attori portuali di questi nuovi scali hanno dovuto affrontare sfide impensabili prima per loro.

Garantire un impegno più lungo delle Compagnie di crociera e affrontare le questioni relative alle cancellazioni degli scali programmati, sono state le altre questioni che i porti europei hanno dovuto affrontare e che stanno affrontando. Come ogni attività economica, crescita e ricerca dell’adattamento a nuove domande di crociera post-covid-19, occorre affrontare nuove sfide: strategiche, operative, ambientali e sociali; e questo teorema vale per tutte le parti interessate coinvolte nella crociera, inclusi i cruise/liner, porti, città e destinazioni. Per essere al passo con il post-covid, ogni porto che mira al segmento crocieristico, dovrà considerare che il rinnovamento e la costruzione delle infrastrutture sono parti importanti dell’adattamento dei porti da crociera.

Lo stesso dicasi per la filiera logistica, da modernizzare, delle operazioni portuali per servire più utenza e per attirare più call da crociera. Sulle infrastrutture, stiamo assistendo che i terminal crociere stanno sostituendo le strutture polivalenti (questo già avveniva prima della pandemia) e se si vuole modernizzare quest’ultime occorreranno nuovi investimenti, tenendo presente che Compagnie di navi da crociera, operatori di terminal, agenti portuali e altre società finanziano, costruiscono e vogliono gestire tali strutture. Oggi i porti cd di crociera si trovano a diversi stadi di sviluppo; hanno dimensioni diversi e sono governati in modi diversi ed è per questo che dovranno affrontare il difficilissimo periodo post-covid.

L’offerta di servizi migliori e/o aggiuntivi per i crocieristi è la sfida più importante; quest’offerta si riferisce alle escursioni a terra, ma anche al trasporto a terra dei passeggeri che raggiungono il porto. Ora o mai più: le decisioni dei responsabili politici sono importanti per produrre i migliori risultati nell’ambito delle prestazioni di un porto. Prestazioni portuali che possono inficiare qualsiasi sviluppo di una città/porto solo per decisioni di una classe politica perse o per decisioni politiche cariche di difetti burocratici.

Abele Carruezzo