Yacht da 200 milioni di dollari messo all’asta per sostenere l’Ucraina

(Royal Romance, file image by ARMA)

È la prima volta che il bene di un oligarca sotto sanzioni viene ceduto alle autorità ucraine

Rijeka, Croazia. Un superyacht appartenente a un socio del Presidente russo Vladimir Putin sarà presto trasferito alla custodia del Governo ucraino e messo all’asta, secondo l’Agenzia ucraina per il Recupero e la Gestione dei Beni (ARMA, Asset Recovery and Management Agency).

Lo yacht Royal Romance è stato sequestrato da funzionari nel porto croato di Rijeka in relazione alle sanzioni dell’UE nel marzo 2022.

La nave di 300 piedi (91,44 metri) è di proprietà dell’uomo d’affari ucraino Viktor Medvedchuk, un leader politico filo-Cremlino e amico personale del presidente russo Vladimir Putin; Medvedchuk è soggetto a sanzioni statunitensi ed europee contro gli oligarchi legati alla Russia. L’imbarcazione di lusso è stata progettata dagli Olandesi di De Voogt e costruita dai Cantieri Feadship con una piscina e alloggi di lusso per 14 passeggeri e 22 marinai di equipaggio.

All’inizio di novembre, il Tribunale croato ha emesso un mandato di perquisizione che ha consentito all’FBI e alle Forze di polizia locali di salire a bordo e indagare sulla nave. Dopo la perquisizione, il Tribunale distrettuale di Spalato, in Croazia, la settimana scorsa, ha deciso di trasferire la sua proprietà all’Ucraina per metterla all’asta, secondo ARMA.

L’Agenzia ucraina è in trattative con l’Autorità del porto, le Forze dell’ordine locali e il Ministero della Giustizia croato sui dettagli del trasferimento, e i suoi rappresentanti si sono recentemente recati al porto per ispezionare le condizioni dello yacht.

Dopo il trasferimento della proprietà ad ARMA, lo yacht sarà venduto al miglior offerente e il ricavato andrà all’Ucraina. L’Agenzia ha osservato che “è un procedimento amministrativo relativo a una situazione unica che non ha analoghi non solo in Ucraina, ma anche nella pratica internazionale”.

Era opinione diffusa che Medvedchuk fosse la scelta di Mosca per sostituire il presidente ucraino Volodymyr Zelensky dopo il (fallito) assalto russo a Kiev, e aveva sostanziali disaccordi con l’Amministrazione di Zelensky. Definito il ‘principe oscuro’ della politica ucraina (Putin è il padrino di sua figlia Daria), nel febbraio 2021, Medvedchuk è stato sanzionato dal Governo ucraino per aver finanziato separatisti sostenuti dalla Russia nell’Ucraina orientale. Tre mesi dopo, è stato arrestato a Kiev e accusato di tradimento per “sfruttamento illegale di risorse naturali” nella Crimea occupata dai russi. Ha trascorso i successivi 10 mesi agli arresti domiciliari a Kiev, ma è fuggito poco dopo l’inizio dell’invasione russa lo scorso febbraio. Di nuovo arrestato dalle Forze Speciali Ucraine e poi ceduto a Mosca in cambio di oltre 200 prigionieri di guerra ucraini.

Una volta Medvedchuk valeva circa 600 milioni di dollari, ma gran parte della sua ricchezza materiale è stata sequestrata, tra cui un jet Gulfstream e un elicottero esecutivo Bell. Entrambi sono ora al servizio delle Forze Armate Ucraine.

A settembre un altro superyacht sequestrato a un altro oligarca russo sottoposto a sanzioni, Dmitry Pumpyansky, era stato venduto all’asta a un acquirente non rivelato per 37,5 milioni di dollari, nella prima vendita di questo tipo dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. I proventi però non erano finiti nelle casse dell’Amministrazione ucraina, ma erano andati alla Banca d’affari statunitense JP Morgan, per rifarsi di un debito contratto dallo stesso oligarca Pumpyansky.

Intanto, il Procuratore Generale di Kiev, Andriy Kostin, ha denunciato un ‘drastico aumento’ dell’uso della violenza sessuale da parte dei soldati russi come arma di guerra in Ucraina. Secondo quanto ha spiegato Kostin intervistato dalla tedesca Funke Media Group e dalla francese Ouest-France, le vittime sono sia donne, sia uomini. E la violenza sessuale è usata come arma di guerra ‘’per umiliare gli ucraini’’.

Abele Carruezzo