L’Alta Corte delle Fiji da ragione agli USA nell’appello per lo yacht russo Amadea

Lautoka. Il Governo degli Stati Uniti ha vinto un secondo ricorso contro la sua petizione in Tribunale per sequestrare lo yacht di proprietà russa ‘Amadea’ nel porto di Lautoka, nelle Fiji.
L’’Amadea’ è uno yacht a motore di 350 piedi (106,7 metri) costruito in Germania nel 2016. Le Autorità statunitensi ritengono che il suo beneficiario effettivo sia Suleiman Kerimov, un miliardario legato al presidente russo Vladimir Putin.

Il Tesoro degli Stati Uniti ha inserito Kerimov nella sua lista delle sanzioni, la ‘Specially Designated Nationals’ (SDN), nel 2018 e da allora è stato inserito nella lista nera. Sebbene non sia stata intrapresa alcuna azione contro lo yacht al momento del suo ingresso in acque americane, l’invasione russa dell’Ucraina ha notevolmente accelerato la volontà politica di perseguire l’applicazione delle sanzioni contro i beni dell’élite russa.
Quando lo yacht è entrato nelle acque delle Fiji a metà aprile, gli Stati Uniti hanno rapidamente presentato una richiesta per il suo sequestro ai Tribunali locali.

L’Alta Corte delle Fiji alla fine si è pronunciata a favore della richiesta americana e ha consentito il sequestro della nave, anche se ha concesso ai rappresentanti dello yacht di presentare istanza di sospensione provvisoria della sentenza. Gli avvocati della holding della nave, Millemarin Investments, affermano che è di proprietà dell’ex dirigente di Rosneft Eduard Khudainatov, che non è sanzionato. Millemarin ha impugnato la decisione del Tribunale e ha ottenuto la sospensione, mentre le udienze proseguivano.

L’altro ieri, la Corte d’Appello delle Fiji ha respinto il caso di Millemarin, consegnando una piccola vittoria al Governo degli Stati Uniti. Millemarin prevede di portare il caso alla Corte Suprema delle Fiji, quindi il dramma in aula potrebbe non essere ancora finito. La Corte d’Appello ha concesso a Millemarin una settimana per completare i passaggi successivi per un ricorso, poiché si afferma che Khudainatov è il vero proprietario e invita gli avvocati a produrre prove concrete. Funzionari statunitensi affermano che Khudainatov non è in grado possedere i mezzi finanziari per acquistare e supportare una nave di lusso di queste dimensioni. Anche se il costo di trasporto di Amadea fosse alla sua portata, Khudainatov è anche responsabile sulla carta della proprietà dell’altro megayacht – lo ‘Scheherazade’- una nave molto più grande che è stata sequestrata perché sospettata di collegamenti con lo stesso Putin.

In un mandato di ‘fermo/sequestro’ dell’Amadea, un funzionario americano ha definito Khudainatov “un oligarca di secondo livello (nella migliore delle ipotesi) che non avrebbe neanche lontanamente le risorse per acquistare e mantenere yacht di lusso per un valore di oltre 1 miliardo di dollari”.

Nel frattempo, l’equipaggio di Amadea ha rifiutato di utilizzare la nave per conto delle Autorità statunitensi. In un ‘affidavit’ per il caso, il capitano, cittadino britannico John Walsh, ha affermato che anche se i beni degli armatori erano stati congelati e non potevano essere utilizzati per pagare gli stipendi, l’equipaggio ha continuato a svolgere i compiti di guardia e di emergenza per garantire sicurezza alla nave e alle strutture portuali. Non hanno alcuna intenzione di svolgere questo lavoro sotto la gestione per il Governo degli Stati Uniti, temendo per i danni che arrecherebbe alla loro reputazione nel mondo dei marittimi di yacht, dove la lealtà e la discrezione sono molto apprezzate.

Abele Carruezzo