Savina Caylyn: la Farnesina non accetta trattativa su riscatto

E’ allo studio da parte del governo italiano una la soluzione per il sequestro della nave Savina Cayllin, catturata l’8 febbraio scorso nell’Oceano Indiano, ma che specifica la Farnesina «non può contemplare la possibilità di una trattativa diretta con i pirati e tanto meno di pagare riscatti per la liberazione degli ostaggi, come espressamente vietato dalla normativa – a cominciare da quella riflessa nelle Risoluzioni ONU, che esclude qualsiasi forma di favoreggiamento delle attività di pirateria da parte degli Stati».

Questo si legge nella nota della Farnesina, in cui – rivolgendosi alle famiglie dei 22 marinai, cinque dei quali italiani – afferma che «ben comprende l’angoscia dei familiari e assicura che, nell’ambito delle proprie competenze, continuerà ad adoperarsi senza soluzione di continuità per il rilascio della nave Savina Caylyn e sottolinea l’importanza di mantenere il massimo riserbo da parte dei vari attori della vicenda.

Come dimostrato dalla positiva soluzione di tutti i precedenti casi di sequestro, la riservatezza si è infatti rivelata un elemento fondamentale nel raggiungimento degli obiettivi». Il comunicato sottolinea ancora che «il governo italiano, tenuto anche conto dell’esplicita richiesta dei familiari degli ostaggi, ha finora espressamente evitato qualsiasi azione di tipo militare che possa mettere in pericolo la sicurezza ed incolumità degli ostaggi stessi».

Salvatore Carruezzo