Damanaki non tiene conto delle esigenze dei pescatori

Assicurare soddisfacenti risorse di pesca, mantenere lo stato delle professioni, un settore della pesca e dell’acquacoltura redditizio, decente e competitivo, sono gli obiettivi che vanno perseguiti sempre, anche dopo la proposta della Commissaria europea Maria Damanaki sulla piccola pesca costiera del luglio scorso.

La contraddizione della proposta sta nel fatto che l’Europa mira alla regionalizzazione della gestione della piccola pesca e a nuove misure di controllo sull’acquacoltura; mentre gli addetti ai lavori, cooperative di pesca e di acquacoltura, mirano alla sostenibilità delle attività, per garantire un equilibrio tra una dimensione economica, sociale e ambientale delle popolazioni costiere.

Infatti, la Commissione europea viene criticata per il fatto che non ha tenuto conto delle ultime rivendicazioni essenziali, proponendo misure senza un minimo di accompagnamento socioeconomico per i settori della piccola pesca costiera. Il settore della piccola pesca costiera  non può essere definito solo in base alla lunghezza del peschereccio, inferiore ai 12 metri che non utilizza attrezzi mobili; ma il settore va rimodulato e ridefinito tenendo conto delle situazioni regionali, proprio perché un piccolo pescatore salentino o siciliano non può essere paragonato a quello olandese o francese.

Inoltre, l’abolizione degli aiuti alla demolizione dei pescherecci costituirà un freno alla riduzione della flotta; gli aiuti sull’ammodernamento dei natanti con motori che riducono emissioni inquinanti porteranno ad un invecchiamento delle professioni e ad una riduzione della sicurezza sul lavoro, in quanto non mirano all’aggiornamento degli operatori e all’innovazione tecnologica della navigazione.

Sostanzialmente, si contesta la mancanza di un piano di azione per l’occupazione, la formazione e la sicurezza dei pescatori. Ancora una volta una Europa con una “moneta unica”, ma  senza un governo unico  e commissioni politiche che propongono risoluzioni burocratiche lontane dalle realtà sociali europee, alle prese con crisi finanziarie che saranno sempre più economiche ed occupazionali.

Abele Carruezzo