Volvo Ocean Race: Groupama guida la flotta oltre l’equatore

Poco dopo le otto di questa mattina i leader di Groupama 4 hanno passato l’equatore, segnando la via per il resto della flotta verso la zona delle calme equatoriali, che in questo caso potrebbero rivelarsi meno difficili che nel passato. All’ultimo rilevamento cinque team su quattro sono ormai entrati  nell’emisfero sud e tutti gli skipper e i navigatori osservano attentamente la situazione, per affrontare i Doldrums.

Sono stati i francesi di Groupama 4 ad aprire la via verso l’emisfero sud poco dopo le 8 di questa mattina e, all’ultimo rilevamento cinque barche su sei hanno passato l’equatore e si dirigono verso la zona dei Doldrums. La testa della flotta è sempre nelle mani di Groupama 4 che guida sugli americani di PUMA Ocean Racing powered by BERG che si sono riavvicinati di qualche miglio rispetto a ieri e che continuano a camminare molto veloci mentre in terza posizione è passato Abu Dhabi, ossia l’altra barca che si trova nel trio posizionato più a est e che ha la possibilità di navigare con angoli più larghi. Cosa che invece non avviene per Telefónica che ha appunto ceduto la terza piazza agli emiratini ma che non sembra voler cedere e ha meno di un miglio di gap in distanza teorica alla meta, CAMPER with Emirates Team New Zealand e Sanya che trovandosi a ovest, devono navigare più stretti.

Inoltre, se nella notte le velocità medie della flotta erano scese, causando una leggera compressione, con la luce del giorno le zone di vento leggero si sono alternate a violenti temporali, spesso circoscritti a una zona limitate con raffiche improvvise. Una situazione che ha costretto i team alla massima attenzione e a reazioni pronte e veloci. Lo skipper di Abu Dhabi Ian Walker ha raccontato di aver dovuto deviare di non meno di 60 gradi dalla rotta per una raffica a 38 nodi. “E’ un vero test per l’equipaggio, che deve ridurre vela il più velocemente possibile e resistere finché il temporale non passa. Poi si deve correre per ridare vela quando il vento cala di nuovo dietro alla nuvola. Durante il giorno non è tanto male perché si riescono a vedere le nuvole, ma di notte tutto prende una dimensione completamente diversa.” Avvantaggiarsi della situazione dipende molto anche dalla fortuna e lo skipper britannico conferma che il suo navigatore Jules Salter tiene sotto controllo costantemente il radar perché “Una sola nuvola potrebbe far perdere o guadagnare qualche decina di miglia.”

Gli skipper e i navigatori hanno gli occhi puntato sugli schermi dei loro computer e strumenti anche per elaborare la strategia di passaggio delle calme equatoriali, che per il momento non si presentano particolarmente ostiche, ma che potrebbero sempre riservare qualche sorpresa. Come sanno bene i francesi di Groupama che sia nella prima che nella seconda tappa sono rimasti “bruciati” proprio nella zona dei Doldrum, come dice il timoniere australiano del team francese Phil Harmer: “Visto che nelle tappe precedenti il passaggio dei Doldrum non è stato fortunato, questa volta speriamo che sia meglio. Per ora la meteo non sembra male, abbiamo lavorato tanto per portarci a est e ci siamo riusciti. Quindi dita incrociate perchè le cose vadano meglio che in passato. Ma, questa è una parte diversa del mondo, un oceano diverso e sembra che la situazione sia più stabile. Vedremo cosa succederà nelle prossime 30 ore e speriamo che la fortuna giri dalla parte giusta per noi. Le barche sono tutte forti, bisogna tenere tutti d’occhio.”

A complicare la situazione il fatto che in questa parte del mondo i Doldrum sono connessi a un sistema semi-permanente chiamato SPCZ, South Pacific Convergence Zone (Zona di Convergenza del Sud Pacifico) che si trova nella zona delle Isole Salomone e della Nuova Caledonia che potrebbero costituire un ostacolo, e un ridosso, sulla rotta dei sei team. Secondo quanto prevedono le carte meteo tuttavia la zona di passaggio non dovrebbe essere caratterizzata da venti troppo leggeri, sebbene il rischio di temporali e di raffiche rimanga sempre alto.

Una situazione che potrebbe quindi offrire delle opportunità anche per i team che inseguono, come dice Iker Martinez: “I Doldrum non sono come quelli dell’atlantico o della seconda tappa. Certo il vento è instabile. La posizione di Groupama, molto a est, rende più difficile la situazione della flotta e anche PUMA è molto lontano, sono decisamente avanti. Se parliamo di vittoria, realisticamente le chance sono poche, a meno che no  succeda qualcosa di importante. Forse succederà, ma non oggi e le nostre possibilità di recupero sono scarse. D’altra parte le previsioni non sono certe e la meteo cambia, quindi qualcosa potrebbe ancora succedere, bisogna pensare positivo. Le opportunità possono presentarsi quando meno te le aspetti, magari vicino alla Nuova Caledonia o alle Salomone. E’ meglio essere davanti ma comunque non abbiamo problemi a bordo, lo avevamo detto fin dall’inizio che questa sarebbe stata una tappa molto difficile. Dobbiamo solo navigare al meglio e andare avanti. Tutto qui.”

Il meteorologo della Volvo Ocean Race Gonzalo Infante prevede che il vento possa restare tra gli 8 e i 12 nodi e girare a est nella giornata di domani, favorendo ulteriormente il gruppo orientale e rallentando invece quello occidentale nel bordo di approccio alla punta est delle Salomone.

Al rilevamento delle ore 14 di oggi, le velocità della flotta oscillano fra i 16,1 nodi di PUMA e i 10,9 di Sanya. Groupama 4 guida i sei team con 70,1 miglia su PUMA, 110,2 su Abu Dhabi, 110,9 su Telefónica, 131,9 su CAMPER e 193,8 su Team Sanya. La flotta ha ancora oltre 2.200 miglia da percorrere e l’arrivo ad Auckland è previsto verso il 9 marzo prossimo.

Posizioni al rilevamento delle ore 13 GMT (14 ora italiana) del 2 marzo 2012:

1. Groupama sailing team, a 2.256,5 miglia da Auckland
2. PUMA Ocean Racing powered by BERG, +70,1
3. Abu Dhabi Ocean Racing, +110,2
4. Team Telefónica, +110,9
5. CAMPER with Emirates Team New Zealand, a 131,9
6. Team Sanya, +193,8

Foto: Nick Dana