“La pirateria è un crimine violento e i pirati non devono nutrire alcun dubbio sul fatto che essi saranno arrestati in mare, perseguiti, in stati regionali e imprigionati”: questo è quanto ha affermato il Primo Ministro britannico David Cameron. L’occasione è stata la firma di un accordo con il suo omologo delle Mauritius, Navinchandra Ramgoolam, per eventuali arresti di pirati, da parte della Marina britannica e soprattutto per eventuali processi e detenzioni; l’accordo prevede anche il “perseguire” questi atti di criminalità marittima anche sul territorio dell’isola dell’Oceano Indiano.
La Gran Bretagna ha sottoscritto accordi simili anche con le Seychelles e la Tanzania; la pirateria, ha continuato Cameron va combattuta con tutte le strategie possibili e con responsabilità da parte degli Stati tutti e non solo dagli interessati dal fenomeno. Sappiamoche la“pirateria” si è sviluppata proprio dalla caduta dello Stato della Somalia devastata dalla guerra; bisogna strategicamente incentivare gli sforzi internazionali per sradicare il flagello, incluso il pattugliamento da parte della NATO e dell’Unione europea con navi milita, ha continuato Cameron; gli atti di pirateria vanno condannati su tutti i fronti del sociale internazionale e da tutte le Amministrazioni marittime.
Molte altre nazioni, si sono unite, compresa la Russia e la Cina, nel fornire una protezione alle navi che passano attraverso rotte marittime per il Golfo di Aden e dell’Oceano Indiano, devastate dal fenomeno della pirateria.Attualmente, i pirati sono in possesso di decine di navi e centinaia di marinai a scopo di estorsione, e hanno anche ramificato la propria azione nell’entroterra di quei Paesi costieri.
Abele Carruezzo