Trivellazioni in mare: in campo anche l’Unione Europea

Ancora una volta, la “piattaforma” turistica pugliese ha dimostrato di poter competere con altre regioni mediterranee: l’offerta turistica della Puglia è superlativa se pensiamo a mare, coste, ambienti naturali, archeologia, arte, cultura ed enogastronomia. I dati sulle presenze di turisti italiani e stranieri lo dimostrano; e tralasciamo di commentare i dati dei preposti, volutamente politici e di strategia sconfortante, che si registrano in qualche intervista al caldo di “Lucifero”.

Intanto,  le ricerche petrolifere al largo della costa pugliese continuano, senza garanzie per la salvaguardia dell’ambiente marino. Spettatori inermi di fronte ad un “canale tv” che non possiamo cambiare, assistiamo alla presentazione della realtà di una sopraffazione territoriale. Eppure, a marzo del 2012, la Commissione UE, ad una interrogazione di vari parlamentari italiani, rispondeva: “ Nell’ottobre 2011 la Commissione ha trasmesso una proposta di adesione dell’Unione europea al protocollo della convenzione di Barcellona, relativo alla protezione dall’inquinamento derivante dall’esplorazione e dallo sfruttamento della piattaforma continentale, del fondo del mare e del suo sottosuolo.

La Commissione appoggia gli sforzi prodigati nel quadro della convenzione di Barcellona per conseguire la piena ed efficiente attuazione del protocollo.” Nella risposta scritta, a firma Janez Potočnik a nome della Commissione, si evidenziava che i progetti di trivellazione petrolifera che rischiano di avere un impatto significativo su un sito designato ai sensi della direttiva “Uccelli” o della direttiva “Habitat”  devono formare oggetto di una opportuna valutazione ambientale.

La riduzione dei rischi d’inquinamento associati alle trivellazioni petrolifere è necessaria per contribuire a conseguire un buono stato ecologico nell’ambito della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino. La risposta si chiude affermando che “La Commissione rammenta che l’attuazione corretta delle disposizioni della normativa sopra citata e di altra pertinenza spetta innanzitutto agli Stati membri. Se l’Italia non adempie agli obblighi che le incombono secondo il diritto dell’UE, la Commissione prenderà le misure del caso a fronte di violazioni comprovate”. Così, l’interrogazione dei parlamentari UE hanno avuto la risposta scritta; la Commissione UE ha ricordato tutti i protocolli per salvaguardare l’ambiente marino, in quanto non poteva e non può sospendere le attività offshore nel settore degli idrocarburi per rispetto della sovranità degli Stati membri a legiferare in merito; così, la società Northern Petroleum (insieme alle altre sorelle) dal 20 novembre 2011 porta avanti i lavori di prospezioni geosismiche per individuare eventuali giacimenti petroliferi a poche miglia dalle coste pugliesi nella zona tra i comuni di Monopoli, Ostuni e Brindisi.

La metodologia air-gun con cui vengono compiute dette indagini, lo ricordiamo, consiste in violente esplosioni di aria compressa che danneggiano il pescato e l’intero equilibrio marino. Economia di un territorio basato su attività fortemente legate al mare, quali turismo e pesca e trivellazioni?

 

Abele Carruezzo