ILO: Grecia e Finlandia firmano la Convenzione sul lavoro marittimo; e l’Italia?

La Convenzione internazionale sul lavoro marittimo, la MLC 2006,  è a tutti gli effetti un  punto di riferimento per lo shipping mondiale; stabilisce gli standard delle condizioni dignitose di vita e di lavoro della gente di mare, oltre a certificare una concorrenza leale per armatori responsabili. La Convenzione fornisce inoltre una definizione dei marittimi che permette di includere un più ampio insieme di categorie di persone che lavorano sulle navi; importante verifica per il settore delle navi da crociera che impiega un gran numero di dipendenti per il servizio alberghiero e la ristorazione dei passeggeri.

La MLC 2006 stabilisce un sistema di applicazione e di controllo globale basato sulla cooperazione tra tutti gli Stati che la ratificheranno. Ciò fa sì che, nel caso in cui lo Stato di bandiera di una nave abbia ratificato la Convenzione, dovranno essere garantite delle condizioni di lavoro dignitose a prescindere da dove si trovi la nave con il suo equipaggio. L’approccio della Convenzione dà priorità al controllo di tutte le imbarcazioni e, in molti casi, alla certificazione obbligatoria del rispetto della Convenzione. Inoltre, la Convenzione prevede una possibile ispezione in porto da parte dello Stato di approdo, nonché il rispetto delle procedure di denuncia, sia a bordo che a terra. Questo sistema è rafforzato a livello internazionale dai meccanismi già previsti dall’ILO.

La MLC, 2006 entrerà in vigore il 20 agosto 2013, 12 mesi dopo la data in cui è stata ratificata da 30 Stati membri. I Governi della Grecia e della Finlandia sono stati rispettivamente il 33° e 34° fra gli Stati a ratificare detta convenzione.  “Solo cinque giorni dopo la registrazione della ratifica della MLC, 2006 da parte della Grecia – Paese più a sud d’Europa, la Finlandia – Paese più settentrionale d’Europa – entra oggi nel gruppo di nazioni marittime che sostengono i principi e le norme di cui alla MLC 2006, nell’interesse della promozione di un trasporto marittimo di qualità a protezione di tutti quegli uomini e quelle donne che si guadagnano da vivere in mare” ha dichiarato il Direttore Generale dell’ILO Guy Ryder.

Poi, nel ricordare che il porto di Helsinki, capitale della Finlandia è tra i porti  più trafficati del Mar Baltico con un valore del suo traffico merci pari a circa un terzo di tutto il commercio estero finlandese, Guy Ryder ha aggiunto: “La ratifica da parte della Finlandia si aggiunge alle altre dieci ratifiche per i paesi dell’Unione Europea già pervenute in attuazione della decisione del Consiglio dell’UE del 2007, che autorizza la ratifica della Convenzione e invita gli Stati membri a completare rapidamente il processo di ratifica. Questa ratifica dimostra che vi è un forte impulso in Europa per la ratifica e l’attuazione di questo strumento significativo e segnali ai restanti 16 Stati membri dell’UE a ratificarla. Sono sicuro che molti altri Paesi europei che stanno ultimando i preparativi per l’attuazione legislativa della MLC 2006 potranno presto seguire l’esempio della Finlandia”.

Per quanto riguarda l’Italia ancora si discute e l’ultimo tavolo di confronto operativo, tenutosi presso l’Ufficio ILO di Roma il 5 febbraio scorso, ha registrato delle difficoltà soprattutto sul come i governi possono istituire delle organizzazioni rappresentative degli armatori e dei marittimi per la concertazione, così come richiesto dalla Convenzione. Il Rappresentante permanente dell’Italia presso l’ILO, Ambasciatore Laura Mirachian, è impegnata a sensibilizzare i Ministeri del Lavoro, dei Trasporti e degli Affari Esteri per la necessità di procedere con urgenza alla ratifica del testo, pur evidenziando la delicatezza dell’attuale contesto istituzionale in vista delle imminenti elezioni politiche di fine mese. Per l’Italia, l’urgenza di ratificare la Convenzione è connessa soprattutto alla necessità di evitare le conseguenze negative che potrebbero prodursi qualora la ratifica avvenisse soltanto dopo l’entrata in vigore del testo, in particolare con riferimento alla clausola che stabilisce che le navi battenti bandiera di Stati che non hanno ratificato la Convenzione non possono beneficiare di un trattamento più favorevole rispetto a quello riservato alle imbarcazioni battenti bandiera di Stati che hanno ratificato il testo.

Ricordiamo, però, che l’Italia ha già ratificato, oltre alle Convenzioni fondamentali dell’ILO, la maggior parte delle precedenti Convenzioni sul lavoro dei marittimi, riprese e riviste dalla Convenzione del 2006. Ed allora, basterebbe di definire in maniera chiara le rispettive responsabilità (Confitarma, Sindacati e Governo), specie con riferimento ai servizi di reclutamento e collocamento dei marittimi e al regime ispettivo a cui sottoporre le navi. Oppure, per accelerare i tempi per la ratifica e conoscendo le lungaggini italiane per formare il novo governo, si potrebbe scegliere (come ha fatto il Regno Unito) di adottare una dichiarazione che definisca un regime ispettivo da applicare alle navi, che sia conforme alle disposizioni della Convenzione. E comunque, il nuovo governo dovrebbe sapere che la mancata o tardiva ratifica sicuramente comporterebbe delle implicazioni in termini economici e sociali.

 

Abele Carruezzo