Porto di Rotterdam: meno navi, ma con maggiore portata

Il porto di Rotterdam sente la crisi economica dovuta alla recessione della UE; attraccano meno navi portacontainer oceaniche, sicuramente più grandi, ma che influiscono anche sui servizi feeder. Questo è quanto affermano i dirigenti dell’Autorità portuale di Rotterdam. Il numero di navi che hanno toccato il porto olandese nel 2012 è diminuito di 2347 e per un totale di 32057 e la comparazione diventa più evidente se il numero lo si confronta con quello relativo al 2008 con toccate di call ship di 36415.

I dati, pur confermando il calo degli arrivi delle navi nello scalo olandese, dimostrano l’aumento della capacità in portata del 1,7% pari a 442 milioni di tonnellate di merci, attestando Rotterdam la prima gate-way dell’Europa. Il rapporto sui dati dello scalo è stato illustrato da Renè de Vries comandante della Capitaneria di Porto di Rotterdam, unitamente alla Port Authority.  Secondo il comandante del porto, il 2012 è stato un anno estremamente sicuro dal punto di vista della navigazione: meno incidenti nautici e meno sinistri marittimi per un totale di 111 rispetto a 132 del 2011; le collisioni più importanti si sono verificati fra unità adibiti trasporto merci lungo la via interna navigabile verso Rozenburg.

D’altra parte, il comandante de Vries è fiducioso per il futuro in quanto sta per essere realizzato l’ampliamento del porto, ossia l’ampliamento acqueo del porto che ne dovrebbe raddoppiare la capacità. Ci riferiamo al progetto Maasvlakte 2 (Schip Central); esempio di concertazione progettuale. Anzi dal punto di vista finanziario il porto di Rotterdam sta per restituire in anticipo di 8 anni circa la metà dei finanziamenti che il governo olandese gli ha prestato per la realizzazione di detto progetto. Questo è un punto a favore dell’autonomia gestionale e finanziaria di un porto, se condotta in maniera corretta, può generare sviluppo territoriale.

L’Autorità Portuale ha anche fatto un passo importante   nella direzione del rinnovo dello Statuto circa la gestione del porto in previsione, in futuro,  anche dell’uso di GNL come combustibile di navi. “ Così – afferma l’Authority- non ci saranno effetti negativi sul nostro programma di investimenti a lunga scadenza, che prevede la realizzazione del progetto Port Vision 2030”.

 

Abele Carruezzo