Banca Mondiale e progetti portuali

Non tutti riconoscono alla Banca Mondiale il ruolo importante che riveste questa istituzione, in qualità di agenzia specializzata sotto l’egida delle Nazioni Unite (ONU), nell’attuazione dei progetti chiave per le città portuali. Dai resoconti annuali di tale agenzia si riscontra che molte Autorità portuali, italiane e non solo, non conoscono le azioni strategiche della Banca per lo sviluppo delle città-porto in tutto il mondo.

E’ vero che la maggior parte dei piani di sviluppo della Banca Mondiale, per tutto il 21° secolo, sono indirizzati alle città dei Paesi poveri ed in via di sviluppo; ma sono anche criticati dal punto di vista politico in quanto non mirati ad uno sviluppo sostenibile; tuttavia, l’aiuto dell’Agenzia,  rimane l’unico modo per generare benefici economici necessari per facilitare un certa crescita di tali paesi. Tale crescita sarà significativa se adeguato sarà il commercio internazionale in/ex port.

Dal punto di vista trasportistico, fondamentale sarà in futuro il commercio via mare da/per questi paesi; per cui le città-porto saranno delle vere piattaforme di negoziazione dello sviluppo territoriale, non solo nazionale, ma anche regionale e spesso internazionale al punto che oggi necessita bilanciare le esigenze di un equilibrato sviluppo urbano con quello del settore della logistica, per ottimizzare i flussi di trasporto in termini di tempo e di costi. Cioè vanno coniugati insieme gli obiettivi di un porto con quelli di una città. In questo ambito, la Banca Mondiale sottolinea l’importanza di una integrazione tra spazi e funzioni, poiché a volte si richiede una separazione fisica dei flussi di traffico urbano e traffico portuale; ma spesso occasione per evidenziare politiche portuali ed urbane circa infrastrutture con funzioni economiche obsoleti; per questo l’agenzia mette a disposizione tutto il proprio know-how, suggerendo l’interfaccia ideale fra la città ed il porto e finanziando i vari progetti.

Esempi a tal proposito sono i progetti relativi al piano di sviluppo nello Yemen dove l’agenzia è in prima fila per promuovere la crescita e creare posti di lavoro nelle città portuali di Aden, Hodeidah e Mukalla; come pure in Croazia sulla riqualificazione urbana e la valorizzazione del patrimonio marittimo delle comunità costiere. Quindi, se effettivamente si vuole una strategia di sviluppo delle città portuali, parlando di città “vivibile e sostenibile”, ricordiamo che la Banca Mondiale è un valido partner, e rimandiamo la riflessione di chi fa e che cosa ai particolari delle strategie di sostegno allo sviluppo dei popoli di tale Agenzia.

 

Abele Carruezzo