Left: “Sul porto di Brindisi niente fondi, solo polemiche”

Mentre il Professore Haralambides Presidente sub judice  dell’Autorità Portuale di Brindisi, polemizzava con le istituzioni regionali, locali, con  gli imprenditori portuali, le agenzie marittime e i giornalisti, con il chiaro intento di piazzare sulla poltrona di Segretario generale un suo fidato e non condiviso candidato, la Commissione Ue ha approvato un investimento di 64,3 milioni di euro prelevato dal Fondo di sviluppo regionale per il raddoppio della linea Bari-Taranto, con 10,5 km di nuova linea a doppio binario da Bari a Sant’Andrea Bitetto. L’intervento è finalizzato ridurre i tempi di percorrenza per merci e passeggeri, migliorando affidabilità e sicurezza.

Il Commissario per la Politica regionale Johannes Hahn, che ha firmato il via libera ha dichiarato che questo è un esempio concreto di come i Fondi strutturali aiutano in modo vitale l’economia». Per la Commissione UE, gli investimenti saranno concentrati sul miglioramento del collegamento ferroviario tra il porto di Taranto e il Porto di Bari, la linea ferroviaria adriatica e il suo collegamento con la linea Napoli-Bari, la Logistica di Distretto di Bari, e l’aeroporto di Bari. L’investimento arriva attraverso il programma cofinanziato dall’Ue “Reti e Mobilità”, asse prioritario “Migliorare i collegamenti tra linee, nodi e poli principali della struttura logistica delle aree convergenza”.

Il progetto, pienamente operativo dal 2016, segna ormai in modo evidente il rafforzamento dell’asse portuale logistico Bari-Taranto che attraverso questa opera può sviluppare progetti trasportistici di integrazione, creando un’area logistica sinergica, a sua volta collegata via ferrovia all’Europa Continentale, attraverso la prossima linea a grande capacità  Bari-Napoli, che collegherà il polo logistico pugliese al corridoio 1 e 5 lato terra e  quello 8 lato mare, attraverso il porto di Bari con le autostrade del mare mediterranee, alcune delle quali attive dal 4 aprile sul porto barese, attraverso la linea marittima della MED Cross Lines che collega con una nave ro/ro, Bari con  Capodistria ? Venezia ? Bari ? Izmir ? Mersin ? Alexandria – Bengazi ? Misurata ? Tripoli con toccate bimensili nello scalo pugliese ed un transit time di due giorni e mezzo da Bari verso la Libya e di circa una giornata da Bari verso Venezia.

A fronte di questa riorganizzazione operativa in corso della piattaforma logistica pugliese, che vuol essere l’interfaccia terra-mare dei traffici intercontinentali Asia-Europa attestati sull’Hub tarantino e di quelli mediterranei-balcanici attestati sul porto barese, il territorio brindisino ed il suo porto rimangono esclusi a causa del’incapacità di presentarsi sulla scena regionale e nazionale con progetti strategici di sviluppo infrastrutturale concreti e realizzabili,  a causa della ormai conclamata carenza gestionale dell’Ente e di una mortificazione dei soggetti privati e pubblici presenti in esso, che in altri porti promuovono lo sviluppo, mentre a Brindisi ne determinano la decadenza.

Mentre negli altri porti pugliesi si organizza il futuro in modo serio, l’improvvisazione e la scarsa conoscenza della materia contraddistingue l’azione degli enti brindisini, infatti si continua a proporre come rimedio taumaturgico per il mancato sviluppo del porto la richiesta di Punto Franco , includendo in questo fantomatico Punto anche opere come Costa Morena Est, che lo stesso proponente, l’Autorità Portuale appunto, vorrebbe destinare ad opere che con la logistica e le merci non hanno niente a che fare, come il terminal crociere proposto proprio su Costa Morena Est. Ed in più la stesso Consorzio ASI, mentre da un lato è impegnato  a realizzare una sorta di piattaforma logistica, dall’altro consente a  società private, nate per operare sull’intermodalità,di presentare progetti simili e concorrenti al progetto di piattaforma logistica promosso dallo  stesso ASI, non esercitando il ruolo di controllo e pianificazione tipico dell’ente pubblico di programmazione, che deve tendere a garantire iniziative di reale sviluppo del territorio.

 

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