Annessione delle Authority di Brindisi e Bari: Guadagnuolo risponde a D’Attis

Desidero inserirmi nel dibattito aperto in questi giorni sulla stampa dal capogruppo del PdL in Consiglio comunale Mauro D’Attis e dal Sindaco Mimmo Consales, sul futuro del porto di Brindisi e sulla paventata annessione all’Autorità portuale di Bari, in quanto lo stesso evidenzia una questione di straordinaria importanza, sulla quale ritengo utile effettuare alcune attente riflessioni.

Soltanto per dovere di cronaca, nella mia lettera aperta ai componenti del Comitato portuale e alla stampa (del 29 maggio scorso), a proposito dell’immotivato ostruzionismo nei confronti della mia nomina a Segretario Generale, chiedevo se vi fosse una regia occulta e/o qualche oscura motivazione o se, ancora, vi fosse la precisa volontà di qualcuno di fare in modo che il Porto di Brindisi fosse un “porto di Serie B”.

Oggi, evidentemente, alcuni autorevoli rappresentanti delle istituzioni del territorio brindisino si sono accorti, e stanno denunciando, che sarebbe in atto un disegno politico per “declassare il porto di Brindisi e fare in modo che l’Autorità portuale sia annessa a quella di Bari” e che si opporranno fermamente, in una battaglia in cui non ci sarebbero diversità di carattere politico, all’eventuale declassamento e a qualsiasi disegno penalizzante nei confronti del porto di Brindisi.

E’ evidente che le mie paventate preoccupazioni e i propositi da me espressi siano perfettamente in linea con quelli dei rappresentanti istituzionali brindisini.
Ritengo, comunque, che sia utile comprendere come lo sviluppo del porto di Brindisi possa realmente conciliarsi con quello degli altri porti pugliesi.

Siamo tutti innamorati, ed io per primo, di slogan quali “Italia piattaforma logistica nel Mediterraneo” e “Sistema dei porti pugliesi”, ma ritengo che si debba fare in modo che non si tratti soltanto di efficaci frasi propagandistiche e pubblicitarie, bensì che ci si debba adoprarsi affinchè tali programmi strategici siano concretamente attuabili in forma sinergica al proprio interno, senza mortificare la storia e lo sviluppo dei singoli porti e dei rispettivi territori di appartenenza.

Non entrando nel merito del porto di Taranto, che ha una vocazione differente, è oltremodo chiaro ed evidente che il problema nasce per Bari e Brindisi, in quanto – essendo i due porti di similare importanza, vivendo ambedue nella pancia delle proprie città, avendo i due territori di riferimento una forte attrattività turistica ed avendo, quindi, i due porti, con riguardo ai traffici passeggeri e rotabili, caratteristiche affini – essi hanno potenzialmente un’analoga appetibilità sul mercato dei traghetti e delle crociere.

Tale problematica si pone sia se i porti di Bari e Brindisi resteranno nella competenza delle attuali rispettive Autorità portuali e sia nell’ipotesi della cancellazione dell’Autorità portuale di Brindisi e dell’annessione del porto di Brindisi alla circoscrizione dell’Autorità portuale di Bari, ma con una differenza sostanziale: nel secondo caso (di un’unica Autorità portuale), un solo soggetto deciderebbe le strategie di sviluppo del porto di Bari e quelle del porto di Brindisi, presumibilmente individuando la situazione attuale dei traffici quale starting point (ossia cercando di tenere fermi i traffici attuali nei due porti, situazione che sarebbe ovviamente a svantaggio del porto di Brindisi) e posizionando i nuovi traffici in base alle valutazioni e alle scelte strategiche effettuate; nel primo caso (delle due Autorità portuali distinte), invece, ogni Autorità portuale continuerebbe ad essere l’artefice della crescita del proprio porto e, pur garantendo lo sviluppo integrato dei porti nell’ambito del Sistema dei porti pugliesi, si lascerebbe spazio ad un pizzico di sana, rispettosa e leale competizione tra i due porti (con riguardo ai traffici passeggeri e rotabili), a condizione che la stessa venisse mirata al miglioramento e al potenziamento dell’offerta dei servizi in relazione ai costi alle utenze portuali, con l’obiettivo di incrementare complessivamente l’attrattività del Sistema dei porti pugliesi e, conseguentemente, di determinare lo sviluppo economico e occupazionale dell’intero territorio regionale.

Ritengo che sia questo un tema rilevante sul quale le istituzioni, gli stakeholders e i cittadini dovranno confrontarsi, aldilà degli schieramenti politici e degli interessi di parte, per non perdere altro tempo utile per lo sviluppo del porto e del territorio brindisino.

 

Manlio Guadagnuolo