Assoporti: confronto serrato con il Governo

Il Ministero dei Trasporti in questi giorni ha avviato verifiche, approfondimenti ed elaborazioni intese a mettere a punto proposte sul tema del riordino del settore portuale. Ultima la Confcommercio che, in rappresentanza di aziende di commercio del settore turistico-alberghiero, chiede una rappresentanza nel nuovo assetto del  “comitato portuale”.

Sempre, nel rispetto del “italiano-pensiero” ci saranno altre richieste a far parte dei comitati portuali, compresi i rappresentati dei bagnini? MI ricorda quello che accadde nella vecchia riforma della scuola, dove in Consiglio d’Istituto sedevano tutti e tutto senza mai concludere niente, soprattutto quando si parlava di didattica. Assoporti, associazione che aggrega varie Autorità Portuali, intende confermarsi quale primo interlocutore per un confronto serrato con il governo, il parlamento e nelle sedi europee dove si dibatte il futuro assetto della portualità.

Per Assoporti è giunto il momento del “fare” e subito,  se effettivamente si vuole l’immediata soluzione dei problemi relativi al rilancio del settore portuale: una priorità assoluta  economica, sociale ed occupazionale del sistema Paese. Questo è quanto affermato dal Presidente Monti, l’altro giorno durante il consiglio direttivo dell’Associazione dei Porti Italiani. Infatti, in questi giorni, la VIII Commissione permanente del Senato, riprendendo i lavori sulla riforma dell’ordinamento portuale, non può più rimandare e non recepire le indicazioni relative alle nuove normative per il settore che la UE sta definendo.

Secondo il Presidente Monti, “è necessario accelerare il processo di esame del progetto di riforma portuale in Parlamento e parallelamente fornire al governo, con tutta l’autorevolezza che deriva dal ruolo e dalle funzioni che le Autorità Portuali ricoprono e svolgono, le indicazioni di base per le verifiche che il ministero dei Trasporti ha avviato. Per questo, ribadisce Monti, non si devono accettare rinvii o mediazioni su tre punti fermi, irrinunciabili: uscita delle Autorità Portuali dalla lista Istat e quindi dal quadro di rigidità operative che tale inclusione ha comportato e comporta; riconoscimento delle Autorità Portuali quali unico soggetto di coordinamento globale per la governance dei processi in porto e nella filiera logistica e conseguente semplificazione dei loro compiti; autonomia finanziaria”.

Lo sciopero ultimo dei portuali, aveva messo in evidenza l’equilibrio precario da parte di imprese/agenzie autorizzate alla fornitura di lavoro temporaneo nei porti ex art. 17, legge 84/94 e delle società terminalisti; questo è il segnale per Assoporti di un forte invito a tutti i componenti del “tavolo sul lavoro” per far fronte a queste problematiche senza rischiare di rimanere indietro rispetto a tutta l’Europa.

Mentre in Italia ed in varie Regioni si discute sulla centralità di pochi porti, senza affrontare i problemi veri del lavoro e dell’occupazione, in Europa si va sempre più affermando un “pensiero” culturale, capace di aggregare realtà portuali diverse, intorno al concetto della “co-opetition” che coniuga pregi e difetti dei termini di competition e cooperation. Quindi se si vuole stare sul mercato occorreranno strategie di “competizione cooperativa”.

 

Abele Carruezzo