Nave Costa Concordia: what’s news?

Ora la “notizia” che fa tendenza su nave Concordia è comunicare il porto che dovrebbe accogliere la nave per il suo smaltimento. Infatti, molti porti italiani stanno cercando di scalare la classifica dei siti adeguati, o come si afferma in Fincantieri : “I porti italiani tutti sono inadeguati”. Ricordiamo che Fincantieri ha stilato uno studio, nell’aprile 2013, dal titolo “Analisi tecnico-economica delle ipotesi di gestione del relitto Costa Concordia dopo le operazioni di galleggiamento” per conto del Ministero dello Sviluppo Economico.

A leggerlo, con attenzione, si comprende, a meno di contrarietà tutte italiane, che tutto sia stato stabilito e che la nave Concordia farà rotta verso porti stranieri (Turchia?) con l’ausilio di un mezzo di supporto, la Vanguard, una nave sommergibile di 275 metri di lunghezza capace di caricare fino a 120 mila tonnellate. Di questa nave supply, di proprietà olandese, attualmente operante in Corea del Sud, si sa che la sua Agenzia, la Dockwise,  ha stipulato un pre-contratto con la Costa Crociere per un trasferimento marittimo della Concordia verso un porto straniero, dopo aver fatto tappa a Palermo; il porto siciliano può solo accogliere la nave Concordia, ma non può operare lo smaltimento, si legge nel rapporto di Fincantieri.

E Piombino? Intanto, la settimana scorsa, il Ministero dell’Ambiente ha assegnato 5 milioni di euro per interventi infrastrutturali anche a  carattere ambientale, in attuazione del nuovo Piano regolatore portuale, per il rilancio della competitività industriale e portuale del porto di Piombino. La somma è stata destinata al Commissario straordinario per la riqualificazione ambientale funzionale alla realizzazione degli interventi di implementazione infrastrutturale del Porto di Piombino, Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, nominato Commissario nel giugno scorso.  “Con lo stanziamento di questi fondi – afferma il ministro dell’Ambiente Andrea Orlando – manteniamo un impegno preso e avviamo concretamente la riqualificazione del porto di Piombino con l’obiettivo di uno sviluppo all’insegna della sostenibilità che superi le criticità ambientali dell’area favorendo il rilancio economico e occupazionale del territorio”.

Il Ministro ha sempre ribadito che “il relitto della Costa Concordia è un rifiuto speciale (n.d.r. definito dal Governo Monti in carico alla Regione Toscana) che va trattato secondo la normativa vigente e dunque la parola finale sul piano di gestione di smaltimento spetterà al ministero dell’Ambiente e al Presidente della Regione Toscana Enrico Rossi”. Altri porti concorrenti, ad oggi, sono quelli di Genova, Civitavecchia, Castellamare di Stabia, Porto Torres; ognuno per una sua “bandiera” pro-business; sicuramente la lista dei porti aumenterà, se si guarderà più al business e non alla qualità delle infrastrutture e risorse tecnico- professionali necessari per tipologia di lavoro e per la salvaguardia dell’ambiente.

L’operazione di smaltimento sappiamo che è interamente a carico della Carnival Corporation (proprietaria di nave Costa Concordia); perciò le decisioni di scelta su/come/dove demolire la nave sono tutt’altro che politiche; infatti, oltre al rapporto Fincantieri, Costa Crociere avrebbe commissionato un altro studio per dimostrare che in Italia nessuno scalo è adatto per accogliere ciò che resta della grande nave da crociera.

Per evitare altre candidature, da social net, evidenziamo alcuni problemi che anche la Fincantieri ha ammesso: Palermo è l’unico porto in Italia che non avrebbe bisogno di grandi attività per l’approntamento del sito; i lavori di demolizione provocherebbero il blocco per lunghissimo tempo (quasi due anni) di altre attività di cantiere, portando a cassa integrazione straordinaria parte delle proprie maestranze e nello stesso tempo a ricorrere ad operai specializzati in demolizioni navali. I numeri di una tale demolizione sono tali da far riflettere: 75.000 tonnellate di acciaio, 1.000 tonn. di lana di roccia e coibenti vari, 5.000 tonn. di motori e tubazioni, 2.000 tonn. di alternatori, quadri e cavi elettrici, 500 tonn. di solventi e reagenti chimici, e infine 6.000 tonnellate di componenti per arredamento.;  serve poi un fondale di accesso e ormeggio che misuri almeno 16 metri, con un’area operativa di piazzale almeno di circa 20.000 mq., oltre al bacino.

Ma vedremo che fino a maggio prossimo,  ci saranno altri porti che si proporranno grazie alle proprie infrastrutture e capacità tecnico-professionali: tanto di demolizione e di smaltimento di rifiuti si tratta.

 

Abele Carruezzo