IUMI pensa al futuro sostenibile

Il mondo degli assicuratori marittimi sono alle prese con nuove clausole e concetti da poter assicurare, come la definizione di “futuro sostenibile”, per un processo del trasporto marittimo in continua evoluzione. Proprio in questi giorni si sta mettendo a fuoco la piattaforma strategica per relazionarsi sia con l’IMO e con l’Unione Europea.

La IUMI (International Union of Marine Insurance), dopo aver trattato lo scorso settembre a Londra la Conferenza Internazionale sul futuro assicurativo dello shipping se sara’ o meno sostenibile, ultimamente la presidenza ha nominato Nick Gooding a rappresentarre gli assicuratori in seno all’IMO. Gooding, che vanta un curriculum di tutto rispetto ( membro del Comitato esecutivo della Camera inglese di Diritto Marittimo ), assumera’ l’incarico a partire dal 1° gennaio 2014. Questo e’ importante proprio alla luce di eventi successi nel 2012, per cui diventa difficile scegliere una buona assicurazione marittima.

La Costa Concordia e’ stata la più grande perdita per un incidente, unico nella storia per il mercato assicurativo marittimo; qualcuno ha valutato, unitamente ai danni provocati dall’uragano Sandy dello scorso ottobre, un costo stimato tra i tre/quattro miliardi di dollari, la più grande perdita per l’industria maritima, per un evento combinato (nave+ciclone) per gli assicuratori marittimi.

Tuttavia, il mercato assicurativo ha dimostrato la sua capacità di recupero di fronte a queste perdite; mentre ora il mercato deve guardare al futuro e alle mutevoli esigenze dei propri clienti, con una capacita’ di adattarsi e soprattutto sodisfacendo tutte le clausole assicurative di un contratto maritimo e con un rischio finanziario minimo per le parti contraenti. E’ stato evidenziato, durante l’ultima riunione di presidenza IUMI, che gli assicuratori devono imparare ad applicare la loro prosessionalita’, la loro esperienza guadagnata sul campo, per ampliare la loro offerta di pacchetti assicurativi, rispondendo meglio alle nuove opportunita’e rischi senza mettere limiti ingiustificati.

La perdita della nave Costa Concordia e la perdita della MV Rena al largo della costa della Nuova Zelanda hanno aperto un dibattito all’interno del settore rispetto al costo della rimozione dei relitti con i riassicuratori che stanno polarizzando il dibattito se ci devono essere posti dei limiti in materia di responsabilità per la rimozione del relitto. Questo è stato messo ancor più in evidenza con la nuova generazione di navi container da 18.000 TEU, entrate in servizio in questi ultimi anni e con i nuovi ordini di costruzione di navi ancora più grandi da parte dei maggiori global carrier. Queste navi si pongono come una sfida al mercato in termini di accumulo di rischio e dei problemi di salvataggio che potrebbero verificarsi se coinvolte in un incidente o in una eventuale perdita del “corpo nave”.

Ci sono altre questioni che IUMI sta cercando di affrontare con le autorità competenti, le autorità preposte al controllo ed alla regolamentazione e la comunità marittima tutta intera. L’anno scorso l’Unione delle Case di Assicurazioni Marittime ha realizzato un forum politico per offrire un approccio mirato alle grandi questioni ed ha analizzato il mondo delle assicurazioni marittime su una serie di fronti. Vi sono tre questioni che, ancora in agenda per la risoluzione, incidono gravemente la struttura degli assicuratori. In primo luogo è la safety delle navi portacontainer e navi da carico. Il caso della nave MSC Flaminia nel 2012 e quello della MOL Comfort agli inizi del 2013 hanno sollevato una serie di domande per gli assicuratori .

Questi includono: a). Le preoccupazioni per il contenuto del container e la corretta dichiarazione del suo peso; b). Il rifiuto di molte Autorita’ di porti ad offrire piazzali di sosta per container incidendo sulla capacita’ di trasporto delle grandi navi. c). Il problema della pirateria. Vi e’ un cambiamento fondamentale attualmente in corso che ha determinato una riduzione degli attacchi da parte dei pirati, ha sottolineato Gooding nell’accettare l’incarico in seno all’IMO; grazie all’impiego di forze militari navali che si e’ registrata una riduzione dell’attivita’ di pirateria nel Golfo di Aden e l’Oceano Indiano; mentre l’impiego e l’imbarco di guardie armate, generalmente accettate da tutti gli operatori del settore dei trasporti marittimi e sostenuto dall’IUMI hanno influito a stabilizzare il fenomeno anche con il contributo degli organi amministrativi della Somalia.

 

Abele Carruezzo