Mare Nostrum: primo ingresso ieri in Calabria al porto di Reggio

È la prima volta che una grigia, in questo caso la nave “Etna” della Marina Militare, fa il proprio ingresso nel porto di Reggio Calabria per motivi legati all’operazione “Mare Nostrum”, il ben noto dispiegamento di mezzi e risorse mobilitato dallo Stato Italiano per la salvaguardia della vita umana in mare. Si tratta del primo coinvolgimento diretto della Calabria all’interno dei quadri dell’operazione della Marina Italiana.

Sono 618 gli immigrati sbarcati a Reggio nella tarda mattinata di ieri, a cui si aggiungono gli altri 283 giunti sempre nel porto di Reggio Calabria la scorsa settimana, durante le operazioni di soccorso ad un peschereccio, primo episodio interforze condotto da Guardia Costiera e Guardia di Finanza. Il Prefetto Claudio Sammartino, dal Palazzo del Governo di Reggio aveva già avviato la sera prima l’unità di crisi, in modo da coordinare prontamente la macchina dei soccorsi e la gestione dell’emergenza.

Le Forze dell’Ordine sono all’opera per i controlli dei migranti, sia per la tutela dei loro diritti sia per identificare l’eventuale presenza dei cosiddetti scafisti all’interno del gruppo dei soccorsi. La Polizia di Stato ha mostrato in questo ambito la massima perizia e preparazione, infatti, nell’analogo episodio della scorsa settimana gli scafisti sono stati individuati e consegnati alla giustizia in meno di ventiquattrore.

Numerosi sono le donne ed i bambini sbarcati dalla nave Etna e, mentre i migranti sono indirizzati verso i vari punti di accoglienza, dislocati su tutta la città ed approntati dal Comune di Reggio, le autorità locali rassicurano sullo stato di salute e l’incolumità dei soccorsi, portando subito la buona notizia che in questa delicata operazione non si sono fortunatamente registrati né feriti né tantomeno deceduti.

La città dello Stretto continentale e la Calabria sono al loro primo approccio con l’operazione “Mare Nostrum” ed anche se non ci sono state dichiarazioni da parte di istituzioni ed autorità, è lecito presumere che Reggio possa fungere in un futuro prossimo come base di supporto alle operazioni umanitarie nel Mediterraneo, portando un po’ di sollievo all’apparato della dirimpettaia Sicilia, da sempre in prima linea nel fronteggiare l’emergenza migrazione, con infrastrutture ormai giunte quasi al collasso e con sempre minori forze e risorse da mettere in campo per arginare il flusso migratorio nordafricano.

Francesco Ventura
Foto: Il Dispaccio