Porto di Gioia Tauro: per Cgil la vertenza Medcenter non è l’unico problema

La vertenza sindacale che ha interessato l’azienda Medcenter nel porto di Gioia Tauro offre un utile spunto per approfondire la storia attuale e pregressa della principale infrastruttura del Mediterraneo. Come comprendere meglio gli sviluppi e le prospettive che interesseranno lo scalo calabrese lo racconta Nino Costantino, segretario generale della Filt-Cgil Calabria.

“Di vertenze riguardanti la riorganizzazione del lavoro in imprese delle dimensioni di Medcenter appartiene alla routine di ogni grande azienda, ciò di cui si dovrebbe parlare invece è sul perché un’infrastruttura portuale come quella di Gioia Tauro stenti a sprigionare il suo pieno potenziale e generare sviluppo economico per il territorio – spiega Costantino –. Non bisogna dimenticare che in contemporanea si sta anche di discutendo di importanti decisioni politiche come l’accorpamento delle autorità portuali.

Gioia Tauro sta lavorando in accordo coi porti di Milazzo e Messina per dare vita, come auspicato dal sindaco messinese Renato Accorinti, di un’unica grande autorità portuale dello Stretto, la quale avrebbe dovuto essere già sancita questo 29 agosto con una ratifica del governo nazionale attualmente rimandata. Su questo siamo molto fiduciosi così come stiamo per proporre proprio qui a Gioia Tauro l’istituzione dell’Osservatorio permanente delle Logistica nel Mediterraneo”.

L’accordo su cui verte la bocciata proposta per l’organizzazione del lavoro presso Medcenter è iniziato con il punto raggiunto e fortemente voluto dalle sigle sindacali il 28 maggio. I tempi però per ottenere i risultati sperati si sono allungati, anche per incertezze nella concretizzazione dei patti da parte dell’azienda, facendo perdere molto del significato originale dell’accordo.

Ciò ha portato alle nuove consultazioni dei giorni scorsi in cui i lavoratori, bypassando l’operato sindacale, hanno portato ad una clamorosa bocciatura per 501 voti contro 222 dell’accordo raggiunto da tutte le sigle sindacali (eccetto Sul) nei mesi di trattative precedenti.

“Quello della riorganizzazione è uno dei problemi da risolvere certo, ma bisogna concentrarsi anche sulle strategie per il futuro, materia in cui non c’è più tempo per altre procrastinazioni – prosegue Costantino – Gioia Tauro è la più grande struttura portuale per l’industria ed il commercio che il Mezzogiorno abbia, nonché la più grande ed importate realtà del Mediterraneo, eppure essa arranca.

Serve il collegamento con le ferrovie, un programma di riqualificazione dell’intero sistema logistico, perché i container di Gioia Tauro non siano mobilitati solo per il transhipment, ma sbarchino sul territorio calabrese e generino indotto per il territorio. Infine è necessario avviare bandi adeguati ad incentivare la creazione di un retro porto industriale, in grado di servire le piccole e medie imprese locali e soprattutto attrarre quelle nazionali ed internazionali.

Sia da Roma che da Catanzaro deve venire la volontà di cambiare questo stato di cose, ma sono fermamente convinto che la situazione non cambierà mai sino a quando enti locali, imprenditori e lavoratori non faranno fronte comune per imporre il pieno sviluppo di Gioia Tauro a chi di dovere”.

Francesco Ventura