Crisi greca: per i porti ellenici tutto regolare

ATENE – Crisi greca, Atene non ha presentato proposte, irritazione dell’Unione Europea. Questo è lo scenario a dopo il referendum dei “no” all’austerità della UE e dei creditori. Sul fronte dei porti in Grecia e delle relative operazioni portuali tutto corre come da programma, sfatando il “racconto” mediatico che vuole a tutti i costi il caos in tutti i settori produttivi.

Il terminal container di Pireo, anche sotto la forzata stretta dei controlli sui capitali, non ha registrato nessun ritardo operativo nelle operazioni portuali per la movimentazione dei container in/out dal porto. Anche su Patrasso le navi ro-ro e ro-pax effettuano servizi regolari. Non vi sono stati incidenti, ad oggi, che hanno inciso sulla sicurezza navi e/o port security; i servizi pubblici, dogane, ed istituzioni governative del fronte porti stanno operando normalmente; non vi sono problemi per i titolari di carta di credito (passeggeri, turisti e crocieristi) nell’uso di sportelli bancari automatici.

I problemi esistono per i greci titolari di conti – corrente che non possono prelevare e/o trasferire all’estero somme significative; l’unica operazione di fornitura delle navi che ha risentito dei disagi è stata quella relativa alla consegna di contanti ai comandanti di qualsiasi nave – “cash del comandante”-  La crisi greca non avrà un impatto diretto sulle società di navigazione, in quanto la maggior parte di queste, con sede operativa in Grecia, non hanno la loro sede finanziaria/economica nel paese ellenico.

Ma le compagnie di navigazione greche temono solo l’impatto complessivo della crisi economica del paese per l’economia globale, poiché il trasporto marittimo in genere ha funzioni economiche globali. Gli armatori ellenici costituiscono il 20% della flotta marittima mondiale del trasporto commerciale e l’industria navale è una delle principali fonti di profitto per il paese con il suo 7,5% dell’intera economia greca. Da più parti si sta pensando di tassare il settore dell’industria navale e dello shipping greco; cosa difficile e rischiosa, dato il ruolo importante che il trasporto marittimo riveste per l’intera economia greca. Sia il Governo della Grecia e i suoi creditori hanno individuato il settore dei trasporti marittimi – che dà lavoro a circa 200.000 persone secondo la Banca Nazionale di Grecia – come un’ industria matura per sopportare un aumento della tonnage-tax, abbattendo gli sgravi fiscali speciali ed attuando nuove norme fiscali per il trasporto commerciale.

Operazione rischiosa poiché gli armatori ellenici, come le industrie marittime di molti altri paesi, potrebbero approfittare nel registrare sia la bandiera e sia la proprietà delle loro navi in altri paesi dove ci sono meno tasse e meno regolamenti. Panama, per esempio, vanta una grande industria di trasporto marittimo, nonostante le sue piccole dimensioni, con una nazione di soli 3 milioni di persone.

Panama, ultimamente, ha registrato navi più di qualsiasi altro paese al mondo; se ne contano circa 8.200 navi registrate e battenti bandiera di Panama. Questo perché le sue leggi fiscali sono favorevoli al settore del trasporto marittimo: a Panama, gli armatori stranieri non pagano le imposte sul reddito e non ci sono i requisiti minimi in termini di stazza per la registrazione di una nave.

Abele Carruezzo