Pirateria marittima: il 2015 invariato

LONDRA – Anche quest’anno, nel suo consueto rapporto di fine gennaio, relativo a tutto il 2015, il Piracy Reporting Center, dell’International Maritime Bureau (IMB PRCC),  invita tutti gli operatori dello shipping a non abbassare la guardia di fronte al fenomeno della pirateria, nonostante si sia registrata una riduzione globale complessiva degli attacchi di pirati a navi.

L’IMB Piracy Reporting Center è l’unico ufficio indipendente del mondo a ricevere h24 segnalazioni da attacchi dei pirati. Da gennaio a settembre 2015,  le tipologie di violenza subite dai marittimi imbarcati su navi attaccate dai pirati, sono state: 266 membri di equipaggi presi in ostaggio, 14 aggrediti, 13 rapiti, 10 feriti e uno assassinato. Pottengal Mukundan, direttore dell’IMB, nel presentare la relazione, ha detto che il 2015 registra una netta diminuzione degli attacchi di pirateria lungo le coste della Somalia e che comunque quest’area rimane ancora una zona pericolosa, in quanto i governanti somali non hanno votato strategie di contrasto con azioni efficaci contro tale fenomeno; anzi la debolezza della classe politica e la precaria stabilità governativa  potrebbero in futuro agevolare tale attività criminosa.

Le zone più hotspot rimangono ancora il sud-est asiatico; qui le autorità indonesiane e malesi hanno anche arrestato e perseguito penalmente gli autori (due bande) di vari attacchi e dirottamenti di petroliere, come quelli alle navi m/t Harmony, Sun Birdie e Orkim; e si sta lavorando per individuare i mandanti. Complessivamente, il 2015 registra un totale di 246 incidenti, uno in più rispetto al 2014;  203 navi abbordate pari a un + 15%; le navi sequestrate nel 2015 passano a 15, rispetto alle 21 dell’anno precedente; marittimi trattenuti ostaggio sulle loro navi si riducono a 271 rispetto a 442 del 2014.

L’ultimo trimestre 2015 non ha segnalato sequestri di navi, in quanto, si afferma in sede IMB,  dovuto al calo degli attacchi contro le piccole navi cisterna, lungo le coste del sud-est asiatico; mentre una zona che rimane “calda” e pericolosa alla navigazione continua ad essere  la costa della Nigeria. Mukundan ha esortato armatori e compagnie di navigazione a mantenere alto il livello della vigilanza e delle misure anti-pirateria, soprattutto nelle aree più a rischio.

Ricordiamo che l’Italia partecipa alle azioni di contrasto alla pirateria marittima,operazione Atalanta, con Nave Carabiniere, inserita nella Task Force 465, gruppo Euromarfor del quale fanno parte Francia, Italia, Portogallo e Spagna.​ Il contingente militare interforze italiano che opera nella Base Militare Italiana di Supporto (BMIS) a Gibuti è composto da personale per il supporto logistico alle operazioni. L’ultimo 7 gennaio scorso la nave Carabiniere è stata interessata da un’importante esercitazione. Per la prima volta, in ambito dell’operazione Atalanta, un elicottero il SeaHawk 60 della fregata spagnola ESPS Victoria ha effettuato attività di volo su unità classe FREMM della Marina Militare Italiana.

 

Abele Carruezzo