Canale di Suez: operativo il terminal container

PORT SAID – Operativamente si può dire che il nuovo Canale di Suez è completo nelle sue funzioni. Ultimamente, sono state inaugurate le ultime tratte per servire il Suez Terminal Container, proprio nel momento in cui si sta avendo un ribasso del prezzo del barile di petrolio, in quanto favorirebbe per le grandi navi la circumnavigazione dell’Africa.

I nuovi 8,5 km di lunghezza del canale ad una profondità di -18,8, completati in tre mesi ed inaugurati la scorsa settimana, permetteranno alle Ultra Large Container Ship (ULCS) di 18.000 teu l’accesso h24 fino al terminal container del Canale di Suez; terminal che nella nuova logica trasportistica è destinato a divenire una piattaforma logistica importante per l’economia egiziana con ruolo di hub nel trasporto marittimo globale. Il nuovo canale collega la vasta zona portuale ad Est di Port Said con il Mar Mediterraneo, riducendo di circa 6/8 ore il tempo di attesa per le navi tra i convogli che attraversano il canale per raggiungere il Suez Canal Container Terminal.

Già nel mese di agosto 2015 era stato inaugurato il nuovo canale per i 35 km consentendo il doppio senso di navigabilità lungo tutto la tratta per 120 miglia e raddoppiando la capacità di traffico dalle 49 navi/giorno alle attuali  97navi/giorno. Per comprendere la capacità di transito del Canale di Suez, basta ricordare che un decimo di tutto il commercio marittimo mondiale passa per Suez, portato da 18.000 navi/anno, comprese le porta-container; nel 2015 le porta-container in transito per Suez sono state 5941 con una capacità complessiva di 41,2 milioni di teu.

Oggi, il Terminal sta investendo in infrastrutture per l’installazione di nuove gru per accogliere e servire traffico navale maggiore; ciascuna gru, alta 52 metri e con uno sbraccio di 72 metri, potrà essere manovrata da un telecomando per una migliore sicurezza ed una maggiore produttività. Il crollo del prezzo del greggio, che nei giorni scorsi è scivolato ancora sotto i 35 dollari al barile, sta rivoluzionando anche le rotte delle navi petroliere.

Al consueto passaggio del Canale di Suez, per arrivare dal Pacifico all’Europa, alcuni armatori  preferiscono ora la rotta più lunga che prevede la circumnavigazione del continente africano. Questa scelta, resa possibile dal basso costo del carburante, permette alle compagnie di navigazione di vendere al miglior offerente che trovano lungo la tratta. Prolungare il viaggio passando sotto il Capo di Buona Speranza è anche un modo per tenere alte le tariffe pagate dai produttori alle navi cisterna.

 

Abele Carruezzo