UE: il Parlamento approva norme sull’organizzazione dei servizi portuali

STRASBURGO – Per il Parlamento europeo promuovere la crescita economica e l’occupazione delle regioni marittime costiere dell’Unione significa rendere i porti più efficienti soprattutto nei servizi portuali se si vuole un sostanziale incremento del commercio marittimo. Nella seduta plenaria dello scorso 8 marzo, il Parlamento ha rivisitato ed approvato la prima stesura del regolamento volto ad incrementare l’efficienza dei servizi forniti nei porti europei, quali l’ormeggio e rimorchio, con l’obiettivo di ridurre i costi.

La filosofia del regolamento è quella di garantire trasparenza dei criteri che fissano le tariffe per l’utilizzo delle infrastrutture e dei servizi portuali, con una maggiore attenzione su ogni finanziamento pubblico, ricevuto dai porti, per prevenire l’abuso dei prezzi e le distorsioni di mercato; un modello di organizzazione dei servizi che possa garantire i requisiti minimi al fine di incrementare il commercio marittimo nei porti della Ue.

I deputati europei, rispetto alla proposta iniziale della Commissione Ue che parlava del libero accesso al mercato come fulcro per la fornitura dei servizi portuali, hanno puntato il tutto sull’organizzazione dei servizi portuali. Non era possibile proporre un unico sistema di accesso al mercato per l’erogazione dei servizi, in quanto l’Europa dei porti comprende molti e differenti modelli di organizzazione dei servizi portuali: i modelli di gestione portuale esistenti ed istituiti in ogni Stato membro UE possono essere mantenuti.

Quindi, il Parlamento ribalta la Commissione ed approva l’istituzione di norme per l’organizzazione dei servizi portuali invece di un quadro normativo per l’accesso al mercato dei servizi stessi. “Siamo riusciti – ha detto Knut Fleckenstein, relatore della proposta legislativa – a rigettare un accesso forzato al libero mercato dei servizi portuali. Soprattutto per i problemi di safety e di security i porti devono poter decidere l’organizzazione dei servizi portuali.”

Una volta tanto la proposta parlamentare riscontra il parere favorevole degli operatori portuali, dei gestori dei terminal e dei sindacati di settore. Limitare il numero di fornitori di servizi portuali, requisiti minimi per i fornitori o per la fornitura di servizi portuali da parte degli stessi gestori dei porti in qualità di “operatori interni”, sono i punti salienti delle norme approvate dal Parlamento. I requisiti minimi per i fornitori di servizi riguardano la verifica delle qualifiche professionali degli operatori, le attrezzature necessarie ai fini della prestazione degli stessi, la disponibilità del servizio e la conformità ai requisiti in materia di sicurezza marittima, ambientale.

Contrari gli armatori europei, favorevoli per una liberalizzazione completa dell’accesso al mercato dei servizi portuali. Infatti, non si è fatta attendere la dichiarazione dell’European Community Shipowners’ Associations (ECSA) sul nuovo testo legislativo che  “lascia molto a desiderare”. Infine, il testo approvato conferma la proposta che ogni Stato membro dell’Ue possa designare uno o più organismi indipendenti per gestire i reclami ed eventuali ricorsi. Ora dal Parlamento il testo passa al Consiglio della Ue per la formulazione finale, visto le nuove modifiche apportate.

 

Abele Carruezzo