Nasce a La Spezia il progetto Blue Economy

LA SPEZIA – Fare di La Spezia, anche attraverso un progetto di comunicazione a ricadute immediate, il referente italiano, percepito già in fase di start up e progressivamente in modo sempre piú intenso attraverso l’elaborazione dei progetti e delle ricerche, del dibattito che anche di recente la Ue ha ribadito essere prioritario sulla Blue Economy. E’ l’obiettivo del progetto La Spezia-Blue Economy.

A guidare questo progetto, attraverso una struttura agile e non burocratica, spiega un comunicato, sarà una onlus costituita ad hoc, “Blue Vision” presieduta da Giorgia Bucchioni, destinata a diventare il motore di questo progetto in partenariato con tutti i soggetti “blue” radicati nel territorio di La Spezia e del suo Golfo, ma nella prospettiva di ampliare il raggio di azione a tutte quelle aziende, associazioni e istituzioni nazionali che hanno ruolo o come progettano di svolgere funzioni e attività importanti nel campo della “Blue Economy”.

L’idea, precisa la nota,  è quella di una realtà in costante progresso che in prima battuta diventi il referente riconosciuto per lo studio e l’analisi della realtà dell’economia costiera e della Blue Economy non solo come sistema di cluster marittimo, ma come volano di sviluppo dell’intera economia nazionale e comunitaria, di crescita dell’occupazione e dell’affermazione di una nuova cultura di sviluppo.

Quindi come centro di generazione di idee innovative con immediate ricadute per La Spezia e il territorio esteso che su La Spezia, come polo di irradiazione di Blue Economy fa riferimento.

Quindi come elaborazione di progetti mirati su specifiche opportunità che sia dal territorio, sia dall’analisi delle potenzialità di implementazione della Blue Economy potranno e dovranno scaturire; e quindi su tematiche come quelle relative a un nuovo e del tutto originale e innovativo a livello nazionale utilizzo delle risorse della città (fra cui anche l’Arsenale), all’affermazione di centri comunitari di studio su tematiche chiave per lo sviluppo (la difesa del patrimonio coste dal fenomeno dell’erosione), all’attivazione di un vero e proprio think-tank sulle trasformazioni in atto (e talune rese dolorosamente drammatiche da fenomeni bellici e di terrorismo) nei flussi di turismo in Mediterraneo e quindi sulle opportunità per il sistema Italia, proprio partendo da La Spezia, Liguria e Tirreno.

Complessivamente come centro di irradiazione (esattamente come richiede l’Unione Europea e come i bandi che la stessa Ue ha emesso in materia non mancano di ribadire) di una cultura e di una consapevolezza nuova sul ruolo della Blue Economy, in tutte le sue componenti: dal ruolo economico esteso dei porti commerciali, al fattore strategia del turismo che viene dal mare, alla valorizzazione indotta dalle coste di territori e comunità estese, alla formazione e alla comunicazione.
L’auspicio dei promotori dell’iniziativa è che “che la Fondazione Carispezia, alla quale è stato già presentato il progetto, svolga una funzione importante di train”. Blue Vision pensa di poter contare sul sostegno di Confindustria La Spezia, Camera di Commercio, Autorità portuale e soggetti imprenditoriali come Fincantieri, Finmeccanica, Termomeccanica, cantieri nautici, porti turistici e altri, che hanno diretti coinvolgimenti nella Blue Economy. Collaborazioni queste che avranno un peso determinante anche nella messa a punto di progetti comunitari e di collaborazione internazionale che rappresentano l’obiettivo di medio termine.