Hyundai Merchant Marine: c’è l’accordo sulla riduzione dei noli

COREA DEL SUD – “In termini di liquidità, la nostra posizione ha continuato a deteriorarsi al punto che ormai la compagnia non sarà più in grado di operare senza un sostanziale aiuto da parte vostra”: così esordiva la missiva con la quale Paik Hoon Lee – amministratore delegato di Hyundai Merchant Marine (Hmn) – circa un mese fa chiedeva sostegno a tutti i creditori – operatori della compagnia coreana in virtù di una perniciosa congiuntura economica.

La repentina discesa in campo del governo di Seoul ha consentito l’avviamento del piano di risanamento del colosso Hmn che, da qualche ora, può guardare con più serenità al futuro: il vettore ha infatti raggiunto un accordo di riduzione delle rate di nolo con i proprietari delle navi noleggiate.

Al perfezionamento dell’accordo, dal valore stimato in circa 455 milioni di dollari, hanno contribuito i 22 armatori stranieri creditori di Hmn la quale, sin da ora, potrà godere di una corposa riduzione, tra il 20 ed il 25%, delle rate di nolo. Per comprendere l’effettiva portata di un simile accordo, Hmn corrisponde annualmente oltre 1,59 miliardi di dollari per il pagamento dei noli di oltre 120 navi della propria flotta, vale a dire oltre il 32% del proprio fatturato pari a 4,87 miliardi di dollari.

L’origine dei suddetti contratti di nolo va ravvisata nell’inizio di questo decennio: la successiva implosione dei mercati internazionali ha fatto sì che i tassi di nolo diventassero, nel medio e lungo periodo, il 60 per cento più costosi rispetto alla media di mercato, erodendo tutto il margine di guadagno della compagnia coreana.

Date le premesse, dovrebbe essere maggiormente a portata di mano l’approvazione del piano di ristrutturazione del colosso sud coreano, sulle cui terga pesano debiti complessivamente per 4,3 miliardi di dollari (circa l’800% del valore della compagnia). Il maggior creditore di Hmn, la banca pubblica Korea Development Bank, si è dichiarato soddisfatto, in un comunicato diffuso ieri, dei livelli di sconto che sono stati negoziati, sia per il settore container che per quello delle rinfuse secche. Le banche creditrici avevano avvertito che la compagnia marittima sarebbe stata messa in amministrazione controllata se fosse fallita la ricerca di un accordo sul taglio del costo dei noli.

Il diretto coinvolgimento del governo di Seoul nel piano di ristrutturazione della compagnia potrebbe persino condurre all’acquisto di nuove navi mega portacontainer. Le compagnie dell’alleanza G6 avrebbero, secondo alcune recenti indiscrezioni, rinunciato ad utilizzare le navi di Hmn sulle rotte transoceaniche Europa – Asia e la compagnia coreana ha tutto il bisogno di competere sulle rotte transoceaniche. Non è dato sapere quando verranno conclusi i nuovi acquisti ma è lapalissiano che il governo di Seoul, sulla falsariga di quanto già avvenuto con Daewoo e Samsung, metterà in campo ogni possibile azione per scongiurare il fallimento.

Pare esclusa, almeno per il momento, l’opzione di una fusione tra Hmn ed un altro gigante dai piedi argillosi quale Hanjin Shipping, la principale linea container della Corea del Sud.

 

Stefano Carbonara