UE: norme più severe sui droni

BRUXELLES – Forse prima della pausa estiva, la Commissione europea dovrebbe concludere il primo Regolamento UE per tutti i tipi di velivoli senza pilota – droni – . In queste prime norme verrà data priorità assoluta alla “Geofencing” di aeroporti e di centri urbani (zone di limitazione di sorvolo per la sicurezza e la separazione in volo). Alcune case di costruzione di droni, interessate, sottolineano la promettente tecnologia dei velivoli senza piloti nel campo della logistica commerciale, l’assistenza umanitaria e la manutenzione delle infrastrutture.

I critici, dall’altra parte, affermano  che questi aerei sollevano anche alcune preoccupazioni in termini di sicurezza e di privacy.  Sulla scia politica innescata dagli attacchi terroristici di Parigi, Bruxelles e Nizza, il mercato dei droni ha subito un ragionevole stop, consentendo alla Commissione Ue di propendere  per una posizione più rigida su come regolare i velivoli senza pilota.

Dopo circa un anno di lavoro, la Commissione Ue ha dovuto affrontare l’approccio legislativo non uniforme che gli Stati membri si erano dati, cercando di elaborare una proposta che potesse centralizzare il potere di regolamentare tutti i tipi di droni; proposta che sarà presentata nelle prossime settimane. Ad oggi, l’Agenzia Europea per la Sicurezza Aerea (AESA), organismo preposto alla regolamentazione dell’UE in questo settore, aveva regolamentato solo velivoli senza pilota superiori ai 150 kg. Mentre ora, la Commissione  insieme con l’EASA sta preparando una nuova serie di misure per affrontare alcuni punti critici sulla penetrazione aerea e terrestre di droni.

I tecnici EASA hanno precisato che simili misure richiedono l’identificazione dei velivoli ed un registro degli utenti come modalità per garantire il rispetto delle nuove regole e per consentire la loro applicazione. Inoltre, occorrerà stabilire le zone di limitazione (o di Geofencing) per evitare collisioni di droni contro aerei di linea o la caduta sui centri abitati. Per questo, gli Stati membri avranno la responsabilità di definire  le  “no fly zone” da proteggere; e al fine di evitare l’accesso ai droni (grandi o di medie dimensioni) per il sorvolo di queste aree (compresi gli aeroporti e centri abitati), la limitazione dello spazio aereo dovrà essere automatica, geo-localizzando il drone tramite satellite.

Per i droni più piccoli si parla di limitare il volo sopra i 150 metri. La Commissione europea prevede che nei prossimi venti anni il settore europeo dei droni potrebbe impiegare direttamente più di 100.000 persone soprattutto nella filiera dei servizi. L’esecutivo sta sviluppando una strategia per sostenere il progressivo sviluppo del mercato dei velivoli senza pilota in Europa, ma anche di affrontare le preoccupazioni circa la sicurezza, la privacy, la responsabilità, che comunque dovranno essere in sintonia con la “Dichiarazione di Riga” , approvata dalla comunità aeronautica e resa pubblica durante la conferenza del 5/6 marzo del 2015, durante la Presidenza lettone del Consiglio dell’Unione europea.

 

Abele Carruezzo