La Regione Friuli Venezia Giulia studia una “no tax area” per il porto di Trieste

TRIESTE – La Regione Friuli Venezia Giulia pensa di istituire una “No tax area”, ovvero uno spazio a regime di fiscalità di vantaggio, all’interno del Porto di Trieste. Un incontro in questo senso si è svolto oggi a Trieste, tra l’assessore regionale alle Finanze, Francesco Peroni, e il commissario straordinario dell’Autorità portuale triestina, Zeno D’Agostino.

“La Regione – spiega Peroni – vuole esplorare e approfondire con l’Autorità portuale quali siano le opportunità di una convergenza tra le attuali prerogative doganali, proprie del Porto franco, e un eventuale nuovo regime fiscale di vantaggio, che risulterebbe particolarmente benefico non solo per la zona direttamente interessata, ma per tutto il Sistema Regione, con ricadute positive per l’indotto e per il gettito regionale complessivo”.

L’ipotesi entra dunque in una fase di valutazione, in accordo con il commissario straordinario dell’Autorità portuale. Per D’Agostino, “il collocamento di aree nelle quali i vantaggi fiscali si aggiungerebbero alle peculiarità attuali del Porto di Trieste, ossia il Porto franco internazionale con diversi punti dove si possono svolgere attività industriali, sarebbe il completamento perfetto della nostra voglia di proporci al mercato internazionale”.

La proposta, tuttavia, deve tener conto delle rispettive competenze in capo alla Commissione europea e allo Stato italiano. Alla regione spetta la “regia” delle politiche industriali, ai cui obiettivi sono connesse le discipline fiscali di settore. Può anche agire come attore istituzionale di area vasta, propulsore d’idee presso il Governo nazionale e le istituzioni europee. La proposta di candidare Trieste a sede di una “No tax area” è stata oggetto di una lettera della presidente del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani, al presidente del Consiglio Matteo Renzi, il 30 giugno scorso, subito dopo il referendum che ha sancito l’uscita della Gran Bretagna dall’Unione europea.